Allergia ai gatti: miti e verità spiegati da un esperto
Scritto e verificato la psicologa Sara González Juárez
I miti sulle allergie ai gatti sono numerosi e sono alimentati, in gran parte, dalla trasmissione di esperienze personali. Ci sono persone che hanno perso l’allergia grazie alla convivenza, mentre altre ne soffrono, con maggiore o minore intensità, a seconda dell’esemplare.
Tuttavia, l’allergia non è una malattia statica che dipende da fattori invariabili. Nel corso della vita possono apparire o scomparire, oltre al fatto che l’individuo incontrerà diversi livelli di allergeni, a seconda dell’ambiente in cui si trovano.
Pertanto, qui smantelleremo alcune credenze per facilitare le decisioni e la vita quotidiana delle persone che soffrono di questa malattia e offriremo alcune raccomandazioni per gestire meglio questa reazione del sistema immunitario. Andiamo avanti!
1. Sono i peli del gatto a causare allergie
Questo mito è, forse, il più diffuso di tutti. È comprensibile, poiché i sintomi dell’allergia solitamente peggiorano a contatto con il pelo dell’animale o in ambienti in cui si accumula eccessivamente.
Tuttavia gli allergeni sono 2 proteine, Fel d1 e Fel d4, che vengono prodotte nelle ghiandole sebacee del corpo del gatto, non nel pelo. Queste sostanze aderiscono al mantello e alle scaglie di pelle morta dell’animale, diffondendosi così nell’ambiente.
A loro volta si trovano nella saliva dovuta alla toelettatura, quindi le reazioni cutanee si verificano anche quando un gatto lecca una persona allergica.
2. Ci sono gatti che non provocano allergie
Alcune persone sono allergiche solo a una delle 2 proteine menzionate. Quasi tutti i soggetti allergici tendono ad essere sensibili a Fel d1 – 94%, secondo una pubblicazione su The Journal of Allergy and Clinical Immunology – o ad entrambe le proteine. Una percentuale più piccola mostra solo sensibilità a Fel d4, che di solito è presente ai livelli più bassi.
Pertanto, una persona non allergica alla Fel d1, ma allergica alla Fel d4, avrà sintomi meno gravi e, di conseguenza, la capacità di gestire meglio la presenza dell’allergene nel proprio ambiente. Ciò può portare alla percezione che alcuni gatti siano più ipoallergenici di altri, ma questa è un’affermazione distorta.
Questa convinzione comprende che le razze di gatti senza pelo, come lo Sphynx, sono ipoallergeniche. Tuttavia, questi gatti producono anche le proteine Fel d1 e Fel d4, solo che queste non viaggiano nell’aria insieme al pelo.
Alcune mutazioni genetiche inibiscono la produzione di queste proteine, motivo per cui molti imprenditori hanno utilizzato l’allevamento selettivo per vendere “gatti anallergici”. Tuttavia, questa produzione non è mai inesistente.
3. Un altro mito sull’allergia ai gatti: i gatti castrati non la causano
Anche se è vero che ci sono cambiamenti ormonali prodotti dalla castrazione, ciò non implica che la produzione di allergeni venga interrotta. È vero che le persone con scarsa sensibilità potrebbero vedere i loro sintomi ridotti quasi a zero, poiché i livelli di Fel d1 e Fel d4 sono ridotti, ma non in modo significativo.
Se hai una grave allergia ai gatti, la castrazione non la farà scomparire, ridurrà solo leggermente i sintomi.
4. Sesso, colore del mantello e taglia: non contano neanche loro
Nella conoscenza popolare circola anche la convinzione che il sesso, il colore del mantello o anche la taglia dell’animale influenzino la quantità di allergeni che questi rilasciano nell’ambiente. Tuttavia, è importante notare che, sebbene alcuni abbiano suggerito che i livelli di Fel d1 siano più alti nei maschi rispetto alle femmine, questa differenza non è mai stata riconosciuta come significativa.
Un lavoro pubblicato sul Journal of Feline Medicine and Surgery mostra che questa convinzione è un altro dei miti sulle allergie ai gatti. In questo senso, calcolando la media della produzione di Fel d1 in un gruppo di felini, hanno scoperto che sesso, colore del pelo e dimensione non sono fattori correlati.
Ho un’allergia, come posso alleviarla se ho a che fare con i gatti?
L’allergia ai gatti non ha mai fermato quelle persone determinate a salvarli o, per fare un altro esempio, a lavorare con loro in una clinica. Sebbene i sintomi non possano sempre essere evitati, ci sono azioni che puoi intraprendere per ridurli:
- Pulisci regolarmente: l’aspirapolvere sarà il tuo migliore alleato, poiché assorbe gli epiteli e i peli che trasportano gli allergeni, invece di distribuirne una parte nell’aria.
- Cura l’igiene e la dieta del gatto: un animale sano perde meno pelo e ha livelli ottimali di sebo sulla pelle, il che si traduce anche in meno peli nell’ambiente.
- Rivolgiti al medico: l’allergia è una malattia cronica senza cura, ma dispone di cure che incoraggiano molto a vivere una vita normale. Se non hai altra scelta che avere a che fare con i gatti, i farmaci attuali rappresentano una buona barriera contro i sintomi.
- Parla con il tuo ambiente sociale: le persone che non soffrono di allergie non sempre capiscono come ciò influisce sul funzionamento quotidiano. Pertanto, una buona comunicazione aiuterà le persone con gatti a sapere cosa fare prima di far loro visita.
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Prendersi cura di sé per rafforzare il sistema immunitario
Dopo questo tour dei miti sulle allergie ai gatti, non dimenticare di prenderti cura della tua salute generale: fai sport, mangia bene e dormi a sufficienza. Questa cura di sé è la base per avere un sistema immunitario sano e impedire che una lieve allergia peggiori, portando ad asma o altri problemi.
Sappiamo che i felini sono animali irresistibili, quindi lavoriamo affinché un’allergia non ti impedisca almeno di stare nella stessa stanza con loro per un po’.
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