5 animali che potrebbero aiutarci a sconfiggere alcune malattie umane
Scritto e verificato la psicologa Sara González Juárez
È possibile che, grazie agli animali, in futuro saremo in grado di debellare alcune condizioni come il cancro o le malattie cardiovascolari. Potreste pensare che per farlo sia necessario studiare solo organismi che hanno un genoma simile al nostro, ma in realtà anche le differenze tra le specie sono importanti.
Il funzionamento dell’organismo delle specie con cui condividiamo il pianeta contiene dei codici che, se decifrati, possono fornire strumenti per migliorare la qualità della vita umana. Vediamo 5 esempi di specie attualmente studiate e, naturalmente, le implicazioni di tali studi.
Questi animali potrebbero essere la chiave per sconfiggere alcune malattie umane
Gli esseri umani hanno superato di gran lunga l’aspettativa di vita media della loro specie, che è di circa 30 anni. Un’alimentazione migliore, il controllo dell’ambiente e il progresso della medicina sono stati fattori chiave per far sì che la vita umana possa arrivare a quasi 100 anni.
Tuttavia, questo allungamento artificiale della vita porta con sé nuovi problemi, come le malattie degenerative. L’Alzheimer o l’artrosi ne sono un buon esempio. Ecco perché lo studio della salute umana non finisce mai, e fa ricorso ad altre specie per i suoi scopi. Vediamo 5 esempi illustrativi.
1. Scimpanzé (Pan troglodytes)
Non solo le malattie cardiovascolari si manifestano più spesso per via dell’allungamento della vita media, ma vengono anche favorite dallo stile di vita dei Paesi più sviluppati. Uno stile di vita sedentario e il consumo di carne sono due esempi molto rappresentativi.
D’altra parte, gli esseri umani sono più inclini alle malattie cardiovascolari rispetto ad altre specie di ominidi, come lo scimpanzé. In effetti, uno studio del 2019 ha rilevato che è stata la perdita di un gene specifico a renderci più vulnerabili a questi disturbi.
Si spera che con queste conoscenze sarà possibile in futuro ricorrere all’ingegneria genetica per correggerlo.
2. Ratti-talpa nudi (Heterocephalus glaber)
Questi roditori, poco apprezzati dai più, sono un agglomerato di superpoteri degno di ammirazione: vivono quasi 30 anni, possono restare in apnea per quasi 30 minuti e sono immuni al cancro, tra le tante peculiarità.
Ma è proprio quest’ultima caratteristica, l’immunità ai tumori e al cancro, che attira l’attenzione dei ricercatori. Animali come questi, il cui corpo attacca le cellule tumorali e le elimina, potrebbero costituire un grandissimo aiuto per sconfiggere alcune malattie.
Sembra che questa immunità abbia a che fare con le elevate quantità di acido ialuronico secreto dalle cellule dei ratti-talpa, una molecola che ha a che fare con l’elasticità della pelle. Inoltre, questa molecola è 5 volte più grande rispetto a quella degli esseri umani.
3. Canguro rosso (Macropus rufus)
L’artrosi è un’altra delle malattie di cui gli esseri umani soffrono man mano che invecchiano. Svolgono un ruolo significativo anche l’obesità, la postura scorretta e lo scarso allineamento articolare.
Molti primati soffrono di problemi articolari simili ai nostri.
Tuttavia, in questo caso non si cercano le somiglianze rispetto alle specie vicine, ma piuttosto gli animali che potrebbero essere di aiuto nel superare alcune malattie di questo tipo: in questo caso, i canguri rossi. Si tratta di animali che sono in grado di fare lunghi salti, fino a 64 chilometri orari, e le cui articolazioni si mantengono al meglio fino ad età molto avanzate.
Ciò accade grazie alla loro struttura cartilaginea, che li aiuta a sopportare il peso sulle articolazioni. Inoltre, è possibile che in futuro si prenda spunto dalla loro disposizione dei legamenti per la realizzazione di protesi del ginocchio.
4. Tetra messicano (Astyanax mexicanus)
Questi pesci potrebbero detenere all’interno del proprio corpo la chiave della cura per guarire dal diabete. Ciechi per via dell’adattamento a un habitat completamente buio, per loro la ricerca di sostanze nutritive costituisce una sfida. Sono costretti ad aspettare che le inondazioni stagionali trasportino verso di loro il cibo, le alghe, poiché all’interno della grotta non sarebbero in grado di fare la fotosintesi.
Questo pesce porta una mutazione genetica nel recettore dell’insulina che provoca resistenza. Questa resistenza all’insulina, che negli esseri umani porta ai gravi sintomi del diabete, nei pesci è un meccanismo di sopravvivenza. La loro glicemia aumenta durante i periodi in cui il cibo scarseggia, permettendo loro di sopravvivere.
5. Zebre (genere Equus)
Lo stress cronico è un’altra delle malattie del mondo moderno che si è sparsa alla pari di un’epidemia. Ne derivano molti problemi di salute, come ad esempio l’ulcera allo stomaco.
Tuttavia, il vero stress è quello che dura poco, in risposta a un senso di pericolo. Le zebre, in questo senso, sono buoni modelli da studiare in relazione ad alcune malattie causate dallo stress cronico, dal momento che ne soffrono solo in momenti specifici. In questo modo, è possibile studiarne la fisiologia e confrontarla con quella umana.
La controversia sull’uso degli animali nella ricerca
In realtà, nonostante la ricerca medica abbia un valore innegabile, sembra che le nuove tendenze suggeriscano altri tipi di sperimentazione. Modelli matematici, organoidi, colture cellulari umane o organi su chip sono solo alcuni degli esempi per lo studio diretto di modelli umani senza l’utilizzo di specie viventi.
Può esistere la scienza senza che questa implichi la sofferenza degli animali? Non è ancora possibile saperlo, ma in molti stanno facendo del loro meglio per sviluppare tecniche che, oltre a evitare gli abusi sugli animali, possano accelerare la ricerca per la cura delle malattie umane.
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