L'aquila arpia: habitat e caratteristiche di un animale maestoso

L'aquila arpia è l'uccello più maestoso dell'emisfero occidentale, e questo la rende una delle più grandi predatrici in tutto il mondo.
L'aquila arpia: habitat e caratteristiche di un animale maestoso

Ultimo aggiornamento: 01 maggio, 2020

L’aquila arpia (Haria harpyja) è una specie di rapace diurno dell’ordine accipitriformes e appartenente alla famiglia degli Accipitridae. Trattasi dell’aquila più grande dell’emisfero Occidentale e sud, e l’unica specie del genere Harpia. Questo volatile prende il nome dalle arpie, esseri mitologici greci metà donna e metà uccello.

Scopriamo di più sull’aquila arpia, maestoso rapace che sorvola i cieli. Vi diremo dove vive, di cosa si nutre e vi daremo molte altre informazioni.

Caratteristiche e habitat dell’aquila arpia

Le dimensioni medie della femmina di aquila arpia sono 100 cm di lunghezza, 200 cm di apertura alare (distanza calcolata da un estremo di un’ala all’altro), e un peso attorno ai 9 kg. Il maschio è più piccolo,  con 196 cm di apertura alare e peso di 8 kg. Il corpo dell’aquila arpia è generalmente più robusto e lungo rispetto ad altre aquile di grandi dimensioni.

Negli adulti la testa è di colore bianco, con una tipica cresta un po’ bizzarra e fatta di piume grige che, quando sono erette, ricordano due grandi corna.

Il dorso e le ali sono nere, mentre le piume interne dell’ala e sul torace sono bianche. La parte superiore del petto che si collega alla testa è attraversata da una spessa fascia di piume nere, mentre la coda è nera con tre strisce grigie.

Il becco è grigio molto scuro: la presa è molto forte come quella dei suoi artigli, che possono arrivare ad una lunghezza di 15 cm. Ha l’iride color cioccolato o, più raramente, gialla. La pelle delle zampe è giallo chiaro, mentre le unghie sono grigio scuro.

L’aquila arpia vive nelle foreste pluviali ancora non totalmente contaminate dall’uomo, ad un’altezza che varia tra i 600 e i 2.000 metri. Luoghi che si estendono dal sudest del Messico, passando per l’America Centrale (Belize, Guatemala, Honduras, Costa Rica, Nicaragua e Panama), Colombia, Bolivia, Perù, Ecuador, Venezuala, Guyana, Suriname e Guyana Francese, fino ad arrivare al sudest del Brasile, al Paraguay e all’Argentina del nord.

grande uccello appollaiato su un ramo

Alimentazione dell’aquila arpia

La sua morfologia è adatta per l’habitat in cui caccia. Pur essendo ampie rispetto al tronco, le sue ali non sono troppo larghe, e ciò le consente di volare tra le folte chiome degli alberi.

La cresta e la corona di piume, oltre a servire come segnale di allerta, hanno la funzione di ridirigere i suoni verso le sue orecchie. Con la sua vista acuta può percepire rapidamente i più piccoli movimenti delle sue prede tra le spesse fronde.

È una specie predatrice: le sue prede preferite sono i mammiferi arboricoli, tra cui diverse specie di scimmie, bradipi ecc. Si nutre anche di uccelli come l’ara macao e di rettili come iguane e serpenti. Si ciba anche di specie terrestri di media misura come i cervi, i pècari, gli armadilli e altre specie.

Riproduzione

Si osservano in coppia soltanto durante il periodo della riproduzione; per tutto il resto dell’anno è un uccello solitario. L’età riproduttiva di quest’aquila inizia a 4 o 5 anni e si riproduce all’incirca ogni 2 o 3 anni. La sua speranza di vita arriva fino ai 40.

grandi artigli e becco acuminato

Costruisce il suo nido con rami e bastoncini secchi tra le fronde degli alberi ad un’altezza tra i 20 e i 50 metri di altezza. Il nido può arrivare a misurare fino a due metri di diametro e a pesare 100 kg. Lo costruiscono in coppia.

Le aquile arpie depongono uno o due uova e, se nascono due pulcini, soltanto uno sopravvive. Le uova si schiudono dopo 56 giorni di cova.

Durante il periodo di incubazione è il maschio a fornire il cibo alla femmina. Quando nasce il cucciolo entrambi i genitori fanno a turni per alimentarlo, anche se man mano che cresce il maschio smette regolarmente di occuparsene lasciandolo a carico della sola femmina. Il piccolo cresce lentamente e continua ad aver bisogno dei genitori per almeno i primi tre anni dalla nascita.

pulcino di aquila arpaia

Conservazione

Nella Lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, l’aquila arpia è catalogata come specie quasi minacciata. Ciò è dovuto al calo lento ma costante delle popolazioni di questo volatile nel tempo. La tendenza demografica è infatti discendente e si stima che al giorno d’oggi ne rimangano meno di 50.000 esemplari.

La distruzione del suo habitat sta facilitando la scomparsa dell’aquila arpia in gran parte della sua area biogeografica, portandola a sparire quasi del tutto in America Centrale. In Argentina si è estinta in alcune zone ed è considerata in pericolo, in Colombia è considerata quasi minacciata, in Ecuador è vulnerabile e in Venezuela è a rischio di estinzione.

Le minacce che colpiscono questa specie provengono dalla progressiva perdita del loro habitat a seguito di caccia e deforestazione, fattori che non incidono solo sulla specie ma anche indirettamente sugli animali di cui si nutre.

A differenza di altri paesi, in Panama è considerata il volatile nazionale ed è quindi protetta, figurando persino sullo stemma nazionale. Inoltre, in Ecuador esiste un programma di conservazione che opera con le comunità in cui vive l’aquila arpia.

Nel 1992 fu lanciato il Progetto di Conservazione dell’Aquila Arpia in Venezuela, iniziativa con il principale obiettivo di preservare la popolazione dell’animale nel paese, creando dei corridoi ecologici che permettano lo scambio genetico tra le diverse popolazioni del paese.


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  • BirdLife International (2013). Harpia harpyja. Lista Roja de especies amenazadas de la UICN.
  • Sharpe, C. J.; Ascanio, D. & Rojas-Suárez, F. (2015). “Águila arpía, Harpia harpyja”. En: J.P. Rodríguez, A. García-Rawlins y F. Rojas-Suárez (eds.), Libro Rojo de la Fauna Venezolana. Caracas: Provita y Fundación Empresas Polar.

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