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Cani con Alzheimer: come riconoscere la malattia

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Questa malattia cronica è definita come un insieme di cambiamenti comportamentali e cognitivi, osservati in alcuni cani durante l'invecchiamento.
Cani con Alzheimer: come riconoscere la malattia
Ultimo aggiornamento: 28 gennaio, 2021

Se il vostro cane ha ormai raggiunto un’età avanzata, è possibile che iniziate a notare come la sua mente e il suo corpo non funzionino più come prima. Alcuni dei segni più comuni dell’invecchiamento possono anche somigliare ai sintomi della sindrome di disfunzione cognitiva. Ma allora, ci sono cani con Alzheimer, oppure si tratta di un disturbo che interessa solo gli umani? L’argomento di oggi è proprio questo: cani e Alzheimer.

La realtà dei cani con Alzheimer

Questa malattia cronica è definita come un insieme di cambiamenti comportamentali e cognitivi, osservati in alcuni cani durante l’invecchiamento. È un disturbo neurodegenerativo caratteristico degli animali anziani, che si verifica nel 35% dei casi. Per queste ragioni, può essere definito come l’Alzheimer dei cani.

Nel cervello di ogni animale, così come succede nelle persone, si possono osservare una serie di cambiamenti. L’Università di Santiago de Compostela li classifica, tra gli altri, in:

  • Atrofia corticale.
  • Ispessimento e calcificazione delle meningi.
  • Dilatazione dei ventricoli.
  • Reattività della glia.
  • Diminuzione del numero di neuroni.

La base di questa malattia è la diminuzione della capacità cognitiva dell’animale. Secondo l’American Kennel Club, si stima che il 60% degli animali di età compresa tra 15 e 16 anni finirà per soffrire di questo disturbo.

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Come capire se il vostro cane ha l’Alzheimer?

Il principale problema che interessa lo studio di questa malattia è che si tratta di un disturbo sottodiagnosticato, i cui sintomi possono indurre i proprietari a pensare erroneamente che l’Alzheimer non esista nei cani.

I veterinari usano l’acronimo DISHAA, in inglese, per riferirsi ai sintomi o ai cambiamenti più significativi vissuti dagli animali affetti da sindrome da disfunzione cognitiva, vale a dire:

  • Disorientamento
  • Interazione con persone e animali domestici
  • Sonno/alterazione dei cicli del sonno
  • Alterazione dell’ordine e pulizia della casa, di apprendimento e memoria
  • Alterazione delle attività
  • Ansia

Per quanto riguarda il disorientamento, dovremmo sapere che i cani che soffrono di questa sindrome tendono a vagare senza meta per la casa o nei dintorni, confondono la porta quando escono di casa o addirittura trascorrono lunghi periodi fissando le pareti.

Questa sindrome colpisce anche le interazioni sociali dell’animale, dal momento che il suo comportamento con le persone e con il suo ambiente cambia in modo significativo. Questi animali tendono a diventare più dipendenti, anche se alcuni possono tendere all’apatia.

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Non c’è una via di mezzo quando si analizzano questi cambiamenti comportamentali. Ma, ad esempio, se il vostro cane tende ad essere più affettuoso e all’improvviso passa molto tempo da solo o sviluppa un comportamento ansioso, potreste doverlo portare dal veterinario. La personalità di ciascun animale è diversa, quindi i suoi sintomi variano da esemplare a esemplare.

L’alterazione dei cicli del sonno è stato riscontrato come nelle persone affette da questa sindrome. I cani possono soffrire di insonnia e iniziare a passeggiare nervosamente intorno alla casa o piangere, senza motivo apparente. Noterete, inoltre, che dormono di più.

Il disorientamento, inoltre, si riflette nel fatto che il cane non presta più tanta attenzione a ciò che gli dite. Sembra dimenticare certe abitudini che dovrebbero essere già ben stabilite. Sarà sempre più difficile attirare la sua attenzione. Inoltre, l’ansia da separazione è tipica in questi casi, così come la paura di viaggiare o incontrare persone nuove.

Diagnosi della malattia

Una volta che si decide di portare il proprio animale dal veterinario, è probabile che il medico eseguirà una serie di test atti a elaborare una diagnosi definitiva.

Ci sono altre malattie con sintomi simili, quindi è importante scartarle. Negli esemplari con questa sindrome, si osservano depositi di una proteina, il β-amiloide, che può aiutare a raggiungere una diagnosi definitiva.

I test diagnostici più comuni sono:

  • Esame fisico e esplorazione neurologica dell’animale.
  • Anamnesi completa, con tutti i dati relativi alla storia clinica dell’animale.
  • Emocromo.
  • Profilo biochimico per misurare gli ormoni tiroidei, tra gli altri.
  • Raggi X, ecografie.

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Head, E. (2013). A canine model of human aging and Alzheimer’s disease. Biochimica et Biophysica Acta (BBA) – Molecular Basis of Disease. https://doi.org/10.1016/j.bbadis.2013.03.016


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