Come ricresce la coda delle lucertole?

Le lucertole non sono gli unici animali ad avere come meccanismo di difesa l'autonomia caudale, ma sono uno dei pochi gruppi in grado di far ricrescere la coda.
Come ricresce la coda delle lucertole?
Cesar Paul Gonzalez Gonzalez

Scritto e verificato il biologo Cesar Paul Gonzalez Gonzalez.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Alcune lucertole presentano un meccanismo di difesa chiamato autotomia caudale, che consiste nel perdere la coda per sfuggire ai predatori. Ciò consente loro di lasciare un diversivo ai loro nemici mentre si mettono in salvo. Dal momento che questo meccanismo di difesa è tanto significativo ed efficiente, questi rettili sono in grado di far ricrescere la coda in modo da poterla usare ancora come esca in futuro.

Questa curiosa capacità è caratteristica di varie specie di lucertole, gechi e salamandre. Inoltre, ha attirato l’attenzione di diversi studiosi per la capacità rigenerativa che il processo comporta. Continuate a leggere questo articolo e scoprite come le lucertole rigenerano la coda dopo essere ricorse all’autotomia caudale.

In che modo le lucertole perdono la coda?

L’autotomia caudale è un curioso processo che consiste nella separazione di muscoli, vasi sanguigni e ossa vertebrali in modo da perdere la coda e usarla come esca. Per riuscirci, le lucertole non hanno bisogno di “tagliarsi” questa struttura da sole, infatti il loro corpo è già pronto in modo che la coda si separi dal resto del corpo alla base.

Il processo è facilitato dall’esistenza di “piani di frattura”, che separano trasversalmente diverse sezioni della coda. Per questo motivo, è necessaria solo una leggera forza perché la coda si stacchi senza causare danni significativi all’esemplare. Infatti, secondo un articolo del Journal of Experimental Biology, anche il flusso sanguigno alla coda viene interrotto, prevenendo un dissanguamento fatale.

Lucertola di Tenerife

Le è davvero utile perdere la coda?

Può sembrare assurdo che il semplice fatto di perdere la coda possa aumentare il tasso di sopravvivenza di una specie. Tuttavia, questo è del tutto possibile e reale. Nel momento in cui la coda si stacca, continua a muoversi come se fosse un essere vivente. Grazie a ciò, il predatore viene attratto dall'”esca” e il rettile ha abbastanza tempo per scappare.

Per un essere vivente, questo processo è piuttosto dispendioso da sostenere, poiché la coda può svolgere un ruolo fondamentale nell’equilibrio, nell’accoppiamento e nell’immagazzinamento delle risorse. Ciò significa che dovrebbe essere usato solo come ultima risorsa, altrimenti i rettili potrebbero non sopravvivere.

In che modo le lucertole affrontano la perdita della coda?

La perdita della coda dà alle lucertole un vantaggio immediato nella fuga dai predatori. Tuttavia, questa struttura è essenziale per le loro funzioni vitali e hanno bisogno di recuperarla per evitare difficoltà a muoversi, ad accoppiarsi o a sopravvivere. Per questo motivo hanno sviluppato un impressionante meccanismo di rigenerazione che permette loro di “ricostruirla”. L’unico problema è che ha un alto costo a livello di energia.

Il processo tramite il quale le lucertole rigenerano la coda è incredibile, poiché sono in grado di ricostruire l’intero arto senza l’ausilio di un “modello”. Questo processo è molto simile a quello che avviene durante lo sviluppo embrionale con le cellule staminali. Per questo motivo è stato uno dei meccanismi più studiati nella ricerca scientifica.

Il meccanismo alla base della rigenerazione

La coda si rigenera attraverso le cellule satellite, la cui funzione (in qualsiasi organismo) è quella di riparare i tessuti danneggiati. Nelle lucertole, questo tipo di cellule è in grado di “attivare” dei geni extra e ricostruire vari tessuti tra cui quello muscolare. Questo processo è anche noto come de-differenziazione ed è ciò che consente la rigenerazione.

In senso generale, ciò che fanno le cellule satellite è “recuperare” i geni coinvolti nello sviluppo embrionale in modo che fungano da “guida”. Grazie a questo processo, ottengono istruzioni dettagliate sulla ricostruzione della coda, che comprende nervi, vasi sanguigni, muscoli ed epidermide.

La rigenerazione è un processo molto complicato e il suo meccanismo non è stato ancora compreso del tutto. Tuttavia, secondo un articolo pubblicato su Developmental Biology, è stato stimato che vi siano coinvolti circa 326 geni diversi. Ognuno è coinvolto in segnali e attività diverse, quindi è molto difficile stabilire i percorsi di interazione e capire esattamente come compongano il meccanismo.

Lucertole nelle Isole Canarie

La coda non è più la stessa

Sebbene il processo di rigenerazione produca una nuova coda, questa non è mai uguale alla prima. Ciò accade perché le cellule satellite non sono in grado di funzionare come cellule staminali. Si genera quindi una struttura funzionale, ma che presenta evidenti differenze.

Le code ricresciute possono non essere notate ad occhio nudo, poiché spesso presentano gli stessi colori e le stesse trame del resto del corpo. Tuttavia, la loro composizione è diversa e presenta le seguenti caratteristiche:

  • Tratto di cartilagine calcificata: le vertebre perse durante l’autotomia caudale non si rigenerano come osso, ma come un tratto non segmentato di cartilagine calcificata.
  • Muscoli rudimentali: le fibre muscolari vengono ricostruite senza la complessità o la disposizione originaria. Ciò non ha un impatto significativo sulla loro funzione.
  • Nervi più corti: la rigenerazione fa sì che i nervi abbiano una dimensione ridotta rispetto a prima, anche se aumentano in numero, il che aiuta a prevenire la perdita del movimento della coda.

Sebbene le lucertole non rigenerino una coda esattamente uguale a come era prima, l’autotomia caudale è una meccanismo di difesa che si è rivelato piuttosto utile. Sono necessari solo 60 giorni circa per ricostruire la coda perduta, quindi usarla come esca risulta essere un metodo efficace per riuscire a sopravvivere un giorno in più.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Clause, A. R., & Capaldi, E. A. (2006). Caudal autotomy and regeneration in lizards. Journal of Experimental Zoology Part A: Comparative Experimental Biology, 305(12), 965-973.
  • Gilbert, E. A., Payne, S. L., & Vickaryous, M. K. (2013). The anatomy and histology of caudal autotomy and regeneration in lizards. Physiological and Biochemical Zoology, 86(6), 631-644.
  • Bateman, P. W., & Fleming, P. A. (2009). To cut a long tail short: a review of lizard caudal autotomy studies carried out over the last 20 years. Journal of zoology, 277(1), 1-14.
  • Ananjeva, N. B., Gordeev, D. A., & Korost, D. V. (2021). The review of the autotomy of agamid lizards with considerations about the types of autotomy and regeneration. Journal of Developmental Biology, 9(3), 32.
  • García-Rosales, A., & Martínez-Coronel, M. (2016). Frecuencia de pérdida de la cola en un ensamble de lagartijas de Oaxaca, México. Acta zoológica mexicana, 32(2), 174-181.
  • Palade, J., Djordjevic, D., Hutchins, E. D., George, R. M., Cornelius, J. A., Rawls, A., … & Wilson-Rawls, J. (2018). Identification of satellite cells from anole lizard skeletal muscle and demonstration of expanded musculoskeletal potential. Developmental biology, 433(2), 344-356.
  • Cooper, W. E., Pérez-Mellado, V., & Vitt, L. J. (2004). Ease and effectiveness of costly autotomy vary with predation intensity among lizard populations. Journal of Zoology, 262(3), 243-255.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.