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I bucerotidi, degli uccelli davvero strani!

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Questi uccelli dall'aspetto variopinto sono in grado di imitare i suoni delle altre specie, in modo simile ai pappagalli.
I bucerotidi, degli uccelli davvero strani!
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

I bucerotidi sono una specie di uccelli dall’aspetto molto particolare. Sono simili ai tucani, ma mentre i primi vivono in Sud America, i bucerotidi sono un gruppo di uccelli africani e asiatici.

Pensate che il calao terrestre meridionale supera i sei chili, mentre il bucero nero raggiunge a malapena i 100 grammi. Infatti, i bucerotidi sono un gruppo di uccelli molto diversi fra loro. Un’altra caratteristica della specie è il dimorfismo sessuale, per cui i maschi sono sempre di dimensioni più grandi delle femmine. Conosciamo insieme i bucerotidi.

Conosciamo insieme i bucerotidi

La somiglianza con i tucani è dovuta soprattutto al grosso becco ricurvo. Il becco dei bucerotidi è dotato di protuberanze, ha una consistenza spugnosa ed è leggero. I bucerotidi abitualmente vivono nella giungla. Sono uccelli che vivono in coppia e hanno un carattere abbastanza socievole. Sebbene non siano molto agili sul terreno, si muovono rapidamente tra i rami degli alberi.

Some figure

I bucerotidi non sono soliti fare grandi voli, e sono piuttosto rumorosi. La peculiarità della specie è la capacità di imitare i versi di altri uccelli, in un modo simile ai pappagalli o ai corvi. I bucerotidi sono animali onnivori e, sebbene consumino tutti bacche e frutti, non è raro vederli mangiare insetti o persino carogne.

Il curioso nido dei bucerotidi

I bucerotidi sono in grado di costruire uno dei nidi più complessi del regno animale: come altri uccelli, nidificano nelle cavità degli alberi, ma il maschio racchiude letteralmente la femmina sotto un muro di fango, terra e feci.

Naturalmente, il maschio lascia un piccolo buco per nutrire la femmina, che trascorrerà qui tutto il tempo dell’incubazione e che aiuta il maschio dall’interno nella costruzione del nido. La femmina può rimanere chiusa in questo curioso nido per un massimo di quattro mesi, dopo di che rompe il nido con delle forti beccate.

Calao su un albero
Curiosità su questi strani uccelli

I bucerotidi presentano delle caratteristiche fisiche molto insolite: hanno i reni con due lobuli; sono gli unici uccelli che hanno le prime due vertebre del collo fuse insieme; il loro becco ha una consistenza spugnosa ed è enorme.

Come già accennato, alcuni bucerotidi possiedono delle protuberanze per rafforzare il becco. Alcune specie imitano il canto degli altri uccelli, mentre altre si comportano come veri e propri arieti contro gli altri uccelli.

Ad esempio il bucero dall’elmo, il cui becco pesa enormemente, si nutre principalmente di fichi e, purtroppo, viene cacciato a causa del suo becco, che contiene avorio di calao, che viene utilizzato per realizzare elementi ornamentali. In alcune zone dell’Africa, il prezzo dell’avorio di calao può persino triplicare quello dell’avorio ricavato dalle zanne degli elefanti.

È interessante notare che questi uccelli hanno una visione binoculare grazie alla quale possono vedere il proprio becco. Questa caratteristica, sebbene possa sembrare un fastidio, consente loro di utilizzare il becco con grande precisione.

I bucerotidi sono degli uccelli molto intelligenti che comunicano efficacemente fra di loro: ciascuna sottospecie comprende le altre e trae vantaggio dai suoni di avviso che emettono. Questo tipo di comunicazione si traduce anche in un aiuto considerevole per ottenere insetti.

Purtroppo, i bucerotidi africani si trovano in pericolo di estinzione. Anche in Asia questi animali hanno perso molto del loro habitat. Per questo motivo, alcune specie vengono gelosamente protette dagli ambientalisti. In alcune zone dell’Asia i bucerotidi vengono cacciati per l’avorio di calao o per la medicina orientale, mentre in altre sono animali rispettati. Zazu, il segretario reale del Re Leone, è un bucerotide. Vi ricordate?


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Anne, O., & Rasa, E. (1983). Dwarf mongoose and hornbill mutualism in the Taru Desert, Kenya. Behavioral Ecology and Sociobiology12(3), 181-190.


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