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I selfie con i bradipi stanno distruggendo questa specie

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Il turismo che permette all’uomo di toccare con mano gli animali è sempre più in auge. Uno studio avverte però sulle pericolose conseguenze dei selfie con i bradipi.
I selfie con i bradipi stanno distruggendo questa specie
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Tra le foto bizzarre che ci facciamo con gli animali selvatici e che li mettono in pericolo, ci sono anche i selfie con i bradipi che moltissimi turisti si scattano nelle regioni tropicali del continente americano. Uno studio ha riportato l’impatto di quest’attività su questa specie.

Ogni anno centinaia di esemplari di bradipi vengono allontanati dal loro habitat naturale per scopi turistici. Solitamente, questi animali vengono prelevati in zone deforestate di Brasile e Colombia per essere usati come mascotte, cibo o come protagonisti dei tanto famosi selfie. Scopriamo in questo articolo l’impatto dei selfie con i bradipi.

Uno studio rivela i pericoli dei selfie con i bradipi

Lo studio si è concentrato sul bradipo variegato, la specie di bradipo più comune. Parliamo di un animale solitario che si nutre di foglie e che si caratterizza per la sua lentezza, tanto che la “cattura” per farne un protagonista di selfie è molto semplice.

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Lo studio, pubblicato nel mese di novembre 2018, ha portato un gruppo di ricercatori a prendere parte ad incontri tra turisti e bradipi avvenuti in Brasile e Perù. Il risultato dell’indagine, eseguita per oltre 34 incontri di interazione con gli animali, è stato sconcertante: si è osservato come ben 17 bradipi fossero circondati e afferrati da cinque turisti per volta.

Durante queste interazioni i bradipi venivano maneggiati più volte e tenuti spesso per gli artigli. La reazione più frequente degli animali era quella di mettersi in guardia ed estendere le braccia. Atteggiamenti, secondo gli esperti, sintomo di paura, ansia e stress.

Focus sul turismo con animali

Il turismo con animali è sempre più frequente. Tra le sue varie forme, la più criticata è certamente quella che prevede un contatto diretto con l’animale. Si è dimostrato come questo tipo di interazione sia per quest’ultimo stressante, pericolosa e dannosa per la conservazione di alcune specie.

L’interazione diretta con animali selvaggi non solo rischia di pregiudicarne il benessere, ma porta anche all’aumento di persone che lo vogliono come animale domestico. Uno studio ha dimostrato la stessa cosa per il Lori lento della Sonda, un tipo di primate.

In rete si trovano sempre più video e immagini che riprendono questi animali in contesti umani, spesso maneggiati da mani poco esperte, normalizzando questo tipo di dinamiche. Situazioni che ricordano il caso di Limbani, lo scimpanzè recuperato, e che ci dovrebbero far riflettere su cosa cela una semplice immagine una volta che questa viene condivisa su internet.

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Durante le interazioni osservate dagli investigatori, i bradipi non erano gli unici animali protagonisti di selfie; scimmie, caimani, anaconda e pappagalli erano altrettanto molestati e diffusi nel web.

Le sessioni investigative sono state registrate per poter ben analizzare il comportamento di tutti gli animali. Di tutte le osservazioni fatte, ben 19 su 25 riguardavano casi di selfie con bradipi, rendendo di conseguenza quest’ultima la specie più utilizzata.

Gli autori dello studio hanno riflettuto su cosa provochi stress nell’animale, ritenendo la produzione di glucocorticoidi e le grosse quantità di rumori causate da queste interazioni tra le cause principali. Inoltre, gli studiosi insistono sull’importanza di uno studio sempre più approfondito dei rischi e pericoli che questo tipo di turismo comporta sugli animali.

Come turisti, dobbiamo essere consapevoli di quanto appena detto quando interagiamo con la fauna selvatica, preferendo le attività con animali che si trovano in buone condizioni e, possibilmente, nel loro habitat naturale.


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  • Carder, G., Plese, T., Machado, F., Paterson, S., Matthews, N., McAnea, L., & D’Cruze, N. (2018). The Impact of ‘Selfie’Tourism on the Behaviour and Welfare of Brown-Throated Three-Toed Sloths. Animals8(11), 216.

 


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