Il camoscio: un acrobata di alta montagna
Scritto e verificato il biotecnologo Alejandro Rodríguez
Le zone di alta montagna hanno la fama di essere dei luoghi inospitali. Tuttavia, per molti animali e molte specie di piante sono l’habitat ideale in cui vivere. Ne è un esempio l’animale di cui vi parleremo oggi: il camoscio. Se volete avere delle informazioni in più su questo erbivoro acrobata, non perdetevi questo articolo.
Il camoscio: tassonomia e classificazione
A livello tassonomico, il camoscio è classificato come Rupicapra. Anni fa si pensava che ne esistesse solo una specie: la Rupicapra rupicapra (o camoscio alpino). Tuttavia, grazie a vari studi genetici e morfologici, la comunità scientifica ha espresso il consenso unanime che ne esistono due specie differenti:
- Rupicapra rupicapra: nome assegnato ai camosci delle Alpi o di altre catene montuose europee.
- Rupicapra pyrenaica: nome assegnato ai camosci che vivono nell’Europa sud-occidentale.
Questi animali appartengono al gruppo dei bovidi, un grande gruppo di mammiferi che comprende, tra gli altri, la pecora, il toro ed il bisonte. I bovidi sono animali ruminanti rigorosamente erbivori. Ciò significa che dopo aver ingerito il cibo, lo rigurgitano per masticarlo di nuovo e digerirlo completamente.
Caratteristiche generali
Il camoscio è un animale la cui taglia non è superiore a quella di una capra. La sua altezza, in genere, non supera gli 80 centimetri e il suo peso oscilla tra 20 ed i 30 chilogrammi.
Questo bovide ha una piccola coda che, sommata alla lunghezza del suo corpo, permette a questo animale di raggiungere i 120 centimetri. Il camoscio ha una vista, un udito ed un olfatto eccellenti. Queste caratteristiche gli permettono di rilevare rapidamente i pericoli.
A differenza di altre specie di bovidi, sia i maschi che le femmine di camoscio hanno le corna. Le corna, posizionate sopra la testa, crescono verticalmente e poi diventano curve assumendo la tipica forma ad uncino.
Per poter vivere e muoversi in alta montagna, i camosci si sono adattati a questo ambiente. Hanno sviluppato degli zoccoli sottili con un cuscinetto centrale che permette loro di arrampicarsi su qualsiasi tipo di superficie.
Un’altra caratteristica di questi animali è il loro mantello, che varia a seconda della stagione dell’anno. In estate, quando le temperature sono elevate, il mantello è rossastro con alcune zone bianche ed una linea nera sul dorso. In inverno, invece, il mantello è più duro e più spesso e presenta un colore marrone o nerastro.
L’alimentazione del camoscio
Come abbiamo detto in precedenza, sono degli animali rigorosamente erbivori. La loro dieta comprende erba, piante erbacee, germogli, muschio e persino graminacee. Le abitudini alimentari dei camosci variano a seconda del periodo dell’anno.
In estate, preferiscono pascolare nelle zone in cui vi è un’abbondanza di erba. In inverno, si nutrono di altri tipi di vegetazione, dato che l’erba in genere è molto scarsa.
Habitat e abitudini
Il camoscio è un animale a cui piace vivere nelle zone di montagna e soprattutto nelle zone boschive. Quando arriva l’estate e si alzano le temperature, questi animali salgono quasi alla quota massima della montagna e lì trascorrono gran parte della loro giornata pascolando lontani da ogni pericolo.
Con l’arrivo dell’inverno, i camosci sono costretti a scendere fino al limite superiore del bosco preferendone le zone più soleggiate. In genere si spostano in gruppo. Il camoscio è infatti un animale socievole che vive in piccoli gruppi. È una specie diurna, quindi, svolge la maggior parte delle sue attività di giorno.
I camosci sono animali timidi e tendono ad evitare gli incontri inaspettati. I pericoli maggiori per questi animali sono rappresentati dai loro predatori: lupi, orsi e uomini. Inoltre, un altro pericolo a cui possono andare incontro sono le valanghe che, nonostante la loro agilità, a volte li colgono di sorpresa.
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