Il gipeto: lo strano rapace che lancia gli oggetti
Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez
Tra le varie specie di rapaci, ce n’è una che si distingue in modo particolare dagli altri. Scopriamo insieme le caratteristiche del gipeto, un uccello che ha una posizione speciale all’interno del gruppo dei rapaci.
Questo curioso uccello si trova in diversi paesi in Europa, sebbene la maggior parte degli esemplari siano diffusi nei Pirenei e nella Sierra de Cazorla, dove la Fondazione per la conservazione del gipeto lo sta attualmente reintroducendo. Scopriamo insieme le caratteristiche del gipeto.
Caratteristiche del gipeto: un nome peculiare
Una delle più grandi caratteristiche del gipeto riguarda il suo nome. Infatti, il gipeto viene detto anche “avvoltoio barbuto” o “avvoltoio degli agnelli”, per via della sua dieta, una delle più strane del regno animale. Inoltre, il gipeto ha un’abitudine piuttosto strana: lascia cadere le ossa dalle rocce in modo che si rompano.
Il gipeto è un uccello necrofago che si nutre principalmente di carcasse e di ossa, che è in grado di deglutire direttamente e nutrirsi del suo midollo. Tuttavia, le ossa devono essere rotte, quindi le lascia cadere dalle rocce.
Le curiosità riguardanti il nome del gipeto non finiscono qui: il suo nome scientifico, Gypaetus barbatus, significa avvoltoio barbuto, per il denso piumaggio del suo petto e per le le piume nere.
Il nome scientifico sembra indicare che questo animale sia parente dell’avvoltoio e di altri rapaci: le aquile. Un’altra delle curiosità del gipeto è che possiede delle grandi doti in volo. Infatti, trascorre molto tempo volando rispetto alla maggior parte degli avvoltoi.
Inoltre, il suo volo non dipende dalle correnti termiche, quindi è comune vederlo realizzare manovre e torsioni in aria comuni nelle aquile. Questi uccelli sono particolarmente aggressivi e abili quando attaccano in aria. Pensate che spesso rubano le prede ad altri uccelli che entrano nel loro territorio.
Il complicato processo di accoppiamento
Gli avvoltoi barbuti sono animali che trascorrono molto tempo ad allevare i loro pulcini: dalla covata fino alla fine del processo di allevamento può passare un anno, al quale bisogna aggiungere il tempo necessario per emancipare i pulcini. I pulcini possono essere uno o due.
Ogni coppia di gipeti vive in un territorio con diversi nidi da sorvolare e che di solito si trovano nelle grotte delle montagne. Grazie a questi controlli, i gipeti mantengono i loro nidi puliti.
Il territorio in cui vengono costruiti i nidi appartiene solo ad una determinata coppia, o a delle curiose formazioni di due maschi e una femmina. Infatti, questi rapaci non vivono in grandi gruppi come gli avvoltoi, perché la loro strana dieta impedisce che in un territorio vivano centinaia di esemplari.
Come accennato in precedenza, il gipeto è un uccello necrofago. Tuttavia è l’ultimo ad apparire durante i banchetti di carogne degli avvoltoi, perché i grifoni e gli avvoltoi neri lasceranno solo le ossa, in quanto non possono nutrirsi di esse. Scopriamo insieme le caratteristiche del gipeto.
Perché il gipeto è arancione?
Probabilmente, la più grande caratteristica del gipeto è il suo aspetto: il volto nero e gli occhi penetranti sono particolarmente suggestivi, oltre al corpo, che ricorda quello di un avvoltoio, ma molto più grande.
Ma la cosa più impressionante è il colore arancione acceso del piumaggio degli esemplari più anziani. I gipeti giovani sono quasi neri e da adulti hanno il piumaggio prevalentemente bianco sul petto. Tuttavia, invecchiando, molti di questi animali diventano di colore arancione.
Questa caratteristica viene spiegata con un comportamento unico: il gipeto si bagna in acque rossastre che contengono calcare o ferro, per questo motivo diventa arancione. L’obiettivo di questo comportamento non è noto con certezza. Ad ogni modo, non sembra che un predatore di quelle dimensioni abbia bisogno di mimetizzarsi.
Un’altra possibilità è che questo comportamento consenta loro di eliminare i parassiti. Tuttavia, gli studi effettuati non hanno dimostrato che l’acqua con ossido di ferro abbia delle proprietà contro i parassiti.
Ciò che è certo è che sono gli esemplari più vecchi, e in particolare le femmine, quelli che sono più arancioni. Quindi, si ritiene che questa colorazione possa essere correlata allo stato e alla riproduzione.
Infatti, è stato osservato che i gipeti hanno una certa preferenza per il rosso, che si trova anche nei loro occhi. Quindi, probabilmente l’intenzione potrebbe essere quella di rafforzare questo colore per questioni di dominanza tra sessi.
Un gipeto assassinò Eschilo
Un’altra curiosità del gipeto è il modo in cui questo animale pose fine alla vita di Eschilo, considerato uno dei fondatori della tragedia greca e vissuto più di 2.500 anni fa.
Eschilo, preoccupato per il suo futuro, andò dall’oracolo di Delfi per conoscere il suo destino. La profezia dell’oracolo gli disse che sarebbe morto schiacciato da una casa, quindi si dice che Eschilo si allontanò dalla città.
Tuttavia, la profezia poté compiersi comunque, in modo ironico: un gipeto, interessato a rompere il guscio di una tartaruga, la lasciò cadere sui pendii su cui viveva Eschilo e questo gli cadde sulla testa, uccidendolo.
Conclusioni
Come abbiamo avuto modo di vedere, il gipeto è un uccello tra mito e realtà che ha incuriosito ed impressionato l’essere umano per i suoi comportamenti peculiari e le sue caratteristiche uniche.
Purtroppo, come molti altri uccelli, si trova a rischio di estinzione. Sebbene il numero di esemplari sia aumentato di recente, si tratta di un uccello minacciato dai veleni dei concimi. Inoltre, la sua alimentazione dipende interamente dal bestiame.
Pertanto, molti progetti di conservazione si stanno concentrando sulla protezione del bestiame per proteggere, a sua volta, il gipeto. In alcune aree dei Pirenei, ristoranti e negozi vendono carne che incoraggia una dieta migliore per l’ambiente e avvantaggia gli agricoltori. Questi, poi, lasciano le carcasse degli animali sui terreni per questo uccello, in modo tale da non danneggiare la catena alimentare.
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