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Il krill e la sua importanza negli ecosistemi oceanici

4 minuti
Il krill è chiamato la "pietra angolare" dell'ecosistema oceanico; si tratta, infatti, dei crostacei più abbondanti del mondo e costituiscono il principale alimento di molti animali come foche, balene, pesci, calamari, pinguini e altri uccelli marini. 
Il krill e la sua importanza negli ecosistemi oceanici
Luz Eduviges Thomas-Romero

Scritto e verificato la biochimica Luz Eduviges Thomas-Romero

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Il termine “krill” viene usato per descrivere circa 86 specie di crostacei che vivono negli ecosistemi oceanici. Sono conosciuti come Euphausiacea e costituiscono parte dello zooplancton che consuma direttamente il fitoplancton marino.

Tra loro, le specie più conosciute, in quanto soggette alla pesca commerciale, sono il krill antartico, il krill del Pacifico e il krill del nord, che per la maggior parte corrispondono alle specie Euphausia superbaEuphausia pacificaMeganyctiphanes norvegica, rispettivamente.

Nel suo stadio adulto il krill misura tra i 5 e i 12 centimetri di lunghezza. Nello stadio precoce, le larve sono in genere considerate parte dello zooplancton marino.

L’unione fa la forza: il krill negli ecosistemi oceanici

Una delle principali caratteristiche del krill, forse la più importante in termini ecologici, è la sua natura gregaria. A mano a mano che questi crostacei raggiungono la loro forma adulta, iniziano a raggrupparsi in enormi gruppi o banchi.

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L’estensione raggiunta da questi banchi può variare molto: da alcuni metri quadrati fino a 300 chilometri quadrati di superficie. Fatta eccezione per i batteri, i banchi di krill che si estendono per chilometri in tutte le direzioni rappresentano la biomassa più grande del pianeta.

La biomassa di krill negli ecosistemi oceanici: perché è importante?

Ricordiamo che la catena alimentare è una rete lineare di scalini alla cui base vi sono organismi produttori o autotrofi. È questo il caso delle specie di fitoplancton marino con clorofilla, che usano le radiazioni del sole per produrre il proprio nutrimento.

la catena avanza a mano a mano che gli organismi autotrofi rappresentano il cibo di organismi erbivori. È il caso del fitoplancton che funge da alimento al krill. Questo nuovo scalino a sua volta serve da sostentamento ad altri esseri viventi, fino ad arrivare alle specie di predatori, come un leone, un orso bruno o l’uomo.

Infine, la catena culmina con la presenza di specie detritivore che degradano i residui organici. Tra queste specie ricordiamo i lombrichi di terra. La punta della catena presenta anche organismi decompositori (il microbioma), che includono funghi o batteri.

Le catene alimentari inevitabilmente relazionano tra loro tutti gli organismi viventi attraverso gli alimenti che consumano. Ogni livello di una catena alimentare rappresenta un diverso livello trofico.

Abbondanza e distribuzione

Come già indicato, la biomassa del krill può arrivare a essere la più grande tra tutte le specie animali multicellulari nel pianeta. Così, gli esperti ritengono che il krill negli ecosistemi oceanici rappresenti la specie animale più abbondante e resistente sulla Terra.

Il krill è esclusivamente marino e si distribuisce nei vari oceani del mondo, in genere fino a una profondità di 200 metri. Il grado di distribuzione è spesso associato alle caratteristiche termiche delle colonne d’acqua.

Ma non solo, infatti la sua presenza è associata anche ad altre caratteristiche proprie dell’ecosistema oceanico, come possono essere le zone di affioramento. Si conosce come “affioramento” l’emergere di profonde masse d’acqua, ricche di minerali e nutrienti, provenienti dalle zone abissali dell’oceano fino alla superficie marina.

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Questi organismi sono in grado di percorrere grandi distanze in posizione verticale. La maggior parte delle volte i banchi di krill restano sommersi in acqua durante il giorno e salgono in superficie solo la notte.

Soprattutto per nutrirsi, molte specie realizzano intense migrazioni verticali durante il giorno, per poi percorrere spesso oltre 200 metri di notte. Non si sa perché i banchi salgono in superficie solo di rado durante la luce del sole.

Gli esperti sperano che informazioni più dettagliate sugli spostamenti verticali giornalieri del krill possano offrire dati utili per capire meglio il loro ruolo nei cicli biologici dell’ecosistema oceanico.

Importanza economica del krill negli ecosistemi oceanici

Stiamo parlando di una fonte di grandi quantità di oligoelementi, vitamina A, diverse vitamine del complesso B e acidi grassi essenziali. La pasta di krill e altri prodotti derivati da questi organismi possono essere usati come alimento per gli animali e nelle diete terapeutiche per gli umani.

La sua importanza è soprattutto di natura ecologica, in quanto il krill riveste un importante ruolo nella dieta di molti animali. Si tratta, infatti, del cibo principale di balene, foche, innumerevoli specie di pesci, uccelli e, in misura minore, dell’uomo.

Ne consegue che un qualsiasi fattore che provochi una riduzione della popolazione di krill negli ecosistemi oceanici possa avere effetti di notevole rilevanza negli stessi. Per esempio, una minore presenza delle varie specie di fitoplancton consumate dal krill può causare una riduzione di quest’ultimo e quindi di altre specie marine che si nutrono di esso o indirettamente di altre specie della stessa catena trofica.


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