Il muflone africano è una specie invasiva in Europa?


Scritto e verificato la veterinaria Érica Terrón González
Il muflone africano è considerato una specie invasiva in Europa e specialmente in Spagna, anche se il concetto è stato di recente messo in discussione. Scopriamo insieme se il muflone africano sta invadendo i nostri territori.
Generalità
Il suo nome scientifico è Ammotragus Iervia, appartiene alla famiglia dei caprini ed è nativo del continente africano. Tra le sue caratteristiche principali troviamo:
- I maschi adulti possono arrivare a pesare fino a 145 kg;
- Hanno una pelliccia molto corta di colore rossiccio o marrone chiaro, simile a quello della sabbia dei deserti dove vive normalmente. La coda è lanuginosa e lunga. Sia gli esemplari maschi che femmine hanno barba e corna ricurve, che nel caso dei primi sono leggermente più lunghe. Le corna possono arrivare ai 60 cm.
- Si tratta di un animale puramente erbivoro che si ciba di licheni, erbe, rami, foglie e bacche.
- Vivono in gruppi più o meno numerosi, misti, composti da maschi di tutte le età, femmine e giovani. Le femmine sono incaricate di dirigere il gruppo. Di solito fanno solo un cucciolo.
- La speranza di vita di questa specie è di circa 20 anni.
Introduzione del muflone africano in Italia e nella penisola iberica
In Italia questa specie vive regolarmente all’interno degli zoo e dei parchi naturali; soltanto un piccolo gruppo scappato da uno di questi si è stabilito sul monte Beigua e lì vive libero, senza determinare un reale problema.
In Spagna, il muflone africano fu introdotto insieme al muflone europeo negli anni 70 a seguito della richiesta di nuove specie per la caccia.

Inizialmente fu inserito nel Parco Naturale di Sierra Espuña, nella regione di Murcia ma, a fronte dell’abbondanza di cibo, della mancanza di predatori naturali e dell’elevato tasso di natalità della specie, si è rapidamente estesa fino al punto da venire considerata una specie invasiva.
I rischi legati alle specie invasive sono soprattutto quelli di danneggiare la flora autoctona.
È una specie esotica?
In principio era considerata una specie esotica, ma di recente sono stati scoperti dei fossili catalogati a prima vista come capre, ma che a seguito di ulteriori ricerche potrebbero essere mufloni.
È una specie esotica invasiva?
Numerosi esperti ritengono che questo animale possa occupare e invadere lo spazio dello stambecco iberico, anche se non esiste uno studio che avvalli questa teoria.
Il dottor Jorge Cassinello sostiene che “lo stambecco iberico e il muflone africano occupano la stessa nicchia ecologica, sebbene non coincidano in quanto all’area preferita; lo stambecco iberico preferisce punti di maggior pendenza e altitudine, relativamente boscosi, umidi e lontani da centri abitati e sentieri. Il muflone africano è una specie che ama più correre e meno pascolare”.
Naturalmente, come qualsiasi erbivoro senza un predatore naturale, il muflone africano si sta espandendo e richiede pertanto una gestione adeguata.

Le opinioni al riguardo sono contrastanti. Se da una parte il muflone africano è considerato una specie vulnerabile o minacciata nell’area mediterranea, sullo stesso livello dell’orso bruno, nell’area di Valencia è stata catalogata come specie da estirpare. Ciò nonostante attualmente convive senza problemi con il bestiame che pascola nei monti, con i mufloni europei e con i cervi.
Il controllo del muflone africano
È necessario gestire e controllare le popolazioni di specie erbivore, normalmente tramite battute di caccia controllate e con consapevolezza di quanti sono gli esemplari da abbattere. Attualmente si stanno cacciando mufloni prima dei cinque anni di vita, quindi decisamente troppo presto. Per questo, la loro gestione cinegetica è da migliorare.
La ricerca scientifica consiglia di ritirare il muflone africano dalla lista di specie invasive. Perché? Perché la sua preferenza per prati e campagne coltivate promuove la biodiversità dei pascoli, permette di ripulire il monte in modo naturale e di mantenere zone aperte che possono fungere da tagliafuoco naturale.

La presenza del muflone africano nel sud-est della penisola iberica, anziché risultare una minaccia porta numerosi benefici per i monti, promuovendo anche una maggior biodiversità paesaggistica.
Il muflone africano è considerato una specie invasiva in Europa e specialmente in Spagna, anche se il concetto è stato di recente messo in discussione. Scopriamo insieme se il muflone africano sta invadendo i nostri territori.
Generalità
Il suo nome scientifico è Ammotragus Iervia, appartiene alla famiglia dei caprini ed è nativo del continente africano. Tra le sue caratteristiche principali troviamo:
- I maschi adulti possono arrivare a pesare fino a 145 kg;
- Hanno una pelliccia molto corta di colore rossiccio o marrone chiaro, simile a quello della sabbia dei deserti dove vive normalmente. La coda è lanuginosa e lunga. Sia gli esemplari maschi che femmine hanno barba e corna ricurve, che nel caso dei primi sono leggermente più lunghe. Le corna possono arrivare ai 60 cm.
- Si tratta di un animale puramente erbivoro che si ciba di licheni, erbe, rami, foglie e bacche.
- Vivono in gruppi più o meno numerosi, misti, composti da maschi di tutte le età, femmine e giovani. Le femmine sono incaricate di dirigere il gruppo. Di solito fanno solo un cucciolo.
- La speranza di vita di questa specie è di circa 20 anni.
Introduzione del muflone africano in Italia e nella penisola iberica
In Italia questa specie vive regolarmente all’interno degli zoo e dei parchi naturali; soltanto un piccolo gruppo scappato da uno di questi si è stabilito sul monte Beigua e lì vive libero, senza determinare un reale problema.
In Spagna, il muflone africano fu introdotto insieme al muflone europeo negli anni 70 a seguito della richiesta di nuove specie per la caccia.

Inizialmente fu inserito nel Parco Naturale di Sierra Espuña, nella regione di Murcia ma, a fronte dell’abbondanza di cibo, della mancanza di predatori naturali e dell’elevato tasso di natalità della specie, si è rapidamente estesa fino al punto da venire considerata una specie invasiva.
I rischi legati alle specie invasive sono soprattutto quelli di danneggiare la flora autoctona.
È una specie esotica?
In principio era considerata una specie esotica, ma di recente sono stati scoperti dei fossili catalogati a prima vista come capre, ma che a seguito di ulteriori ricerche potrebbero essere mufloni.
È una specie esotica invasiva?
Numerosi esperti ritengono che questo animale possa occupare e invadere lo spazio dello stambecco iberico, anche se non esiste uno studio che avvalli questa teoria.
Il dottor Jorge Cassinello sostiene che “lo stambecco iberico e il muflone africano occupano la stessa nicchia ecologica, sebbene non coincidano in quanto all’area preferita; lo stambecco iberico preferisce punti di maggior pendenza e altitudine, relativamente boscosi, umidi e lontani da centri abitati e sentieri. Il muflone africano è una specie che ama più correre e meno pascolare”.
Naturalmente, come qualsiasi erbivoro senza un predatore naturale, il muflone africano si sta espandendo e richiede pertanto una gestione adeguata.

Le opinioni al riguardo sono contrastanti. Se da una parte il muflone africano è considerato una specie vulnerabile o minacciata nell’area mediterranea, sullo stesso livello dell’orso bruno, nell’area di Valencia è stata catalogata come specie da estirpare. Ciò nonostante attualmente convive senza problemi con il bestiame che pascola nei monti, con i mufloni europei e con i cervi.
Il controllo del muflone africano
È necessario gestire e controllare le popolazioni di specie erbivore, normalmente tramite battute di caccia controllate e con consapevolezza di quanti sono gli esemplari da abbattere. Attualmente si stanno cacciando mufloni prima dei cinque anni di vita, quindi decisamente troppo presto. Per questo, la loro gestione cinegetica è da migliorare.
La ricerca scientifica consiglia di ritirare il muflone africano dalla lista di specie invasive. Perché? Perché la sua preferenza per prati e campagne coltivate promuove la biodiversità dei pascoli, permette di ripulire il monte in modo naturale e di mantenere zone aperte che possono fungere da tagliafuoco naturale.

La presenza del muflone africano nel sud-est della penisola iberica, anziché risultare una minaccia porta numerosi benefici per i monti, promuovendo anche una maggior biodiversità paesaggistica.
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- Arrui [Internet]. Es.wikipedia.org. 2019 [cited 19 September 2019]. Available from: https://es.wikipedia.org/wiki/Ammotragus_lervia
- Situación del arrui en España – Trofeo caza [Internet]. Trofeo caza. 2018 [cited 19 September 2019]. Available from: https://www.trofeocaza.com/caza-mayor/reportajes-caza-mayor/caza-mayor-nacional/situacion-del-arrui-en-espana/
- Las evidencias científicas aconsejan descatalogar al arrui ibérico del listado de especies invasoras [Internet]. eldiario.es. 2018 [cited 19 September 2019]. Available from: https://www.eldiario.es/andalucia/lacuadraturadelcirculo/evidencias-cientificas-aconsejan-descatalogar-invasoras_6_754234572.html
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