Il muflone africano è una specie invasiva in Europa?

Il muflone africano è una specie ritenuta in alcuni casi invasiva, soprattutto in determinate zona d'Europa. Scoprite di più in quest'articolo!
Il muflone africano è una specie invasiva in Europa?
Érica Terrón González

Scritto e verificato la veterinaria Érica Terrón González.

Ultimo aggiornamento: 12 dicembre, 2022

Il muflone africano è considerato una specie invasiva in Europa e specialmente in Spagna, anche se il concetto è stato di recente messo in discussione. Scopriamo insieme se il muflone africano sta invadendo i nostri territori.

Generalità

Il suo nome scientifico è Ammotragus Iervia, appartiene alla famiglia dei caprini ed è nativo del continente africano. Tra le sue caratteristiche principali troviamo:

  • I maschi adulti possono arrivare a pesare fino a 145 kg;
  • Hanno una pelliccia molto corta di colore rossiccio o marrone chiaro, simile a quello della sabbia dei deserti dove vive normalmente. La coda è lanuginosa e lunga. Sia gli esemplari maschi che femmine hanno barba e corna ricurve, che nel caso dei primi sono leggermente più lunghe. Le corna possono arrivare ai 60 cm.
  • Si tratta di un animale puramente erbivoro che si ciba di licheni, erbe, rami, foglie e bacche.
  • Vivono in gruppi più o meno numerosi, misti, composti da maschi di tutte le età, femmine e giovani. Le femmine sono incaricate di dirigere il gruppo. Di solito fanno solo un cucciolo.
  • La speranza di vita di questa specie è di circa 20 anni.

Introduzione del muflone africano in Italia e nella penisola iberica

In Italia questa specie vive regolarmente all’interno degli zoo e dei parchi naturali; soltanto un piccolo gruppo scappato da uno di questi si è stabilito sul monte Beigua e lì vive libero, senza determinare un reale problema.

In Spagna, il muflone africano fu introdotto insieme al muflone europeo negli anni 70 a seguito della richiesta di nuove specie per la caccia.

Branco di mufloni africani
Fonte: http://deviajepormurcia.com/el-arrui-de-sierra-espuna/

Inizialmente fu inserito nel Parco Naturale di Sierra Espuña, nella regione di Murcia ma, a fronte dell’abbondanza di cibo, della mancanza di predatori naturali e dell’elevato tasso di natalità della specie, si è rapidamente estesa fino al punto da venire considerata una specie invasiva.

I rischi legati alle specie invasive sono soprattutto quelli di danneggiare la flora autoctona.

È una specie esotica?

In principio era considerata una specie esotica, ma di recente sono stati scoperti dei fossili catalogati a prima vista come capre, ma che a seguito di ulteriori ricerche potrebbero essere mufloni.

È una specie esotica invasiva?

Numerosi esperti ritengono che questo animale possa occupare e invadere lo spazio dello stambecco iberico, anche se non esiste uno studio che avvalli questa teoria.

Il dottor Jorge Cassinello sostiene che “lo stambecco iberico e il muflone africano occupano la stessa nicchia ecologica, sebbene non coincidano in quanto all’area preferita; lo stambecco iberico preferisce punti di maggior pendenza e altitudine, relativamente boscosi, umidi e lontani da centri abitati e sentieri. Il muflone africano è una specie che ama più correre e meno pascolare”.

Naturalmente, come qualsiasi erbivoro senza un predatore naturale, il muflone africano si sta espandendo e richiede pertanto una gestione adeguata.

Animali selvatici e macchia mediterranea
Fonte: https://www.laverdad.es/

Le opinioni al riguardo sono contrastanti. Se da una parte il muflone africano è considerato una specie vulnerabile o minacciata nell’area mediterranea, sullo stesso livello dell’orso bruno, nell’area di Valencia è stata catalogata come specie da estirpare. Ciò nonostante attualmente convive senza problemi con il bestiame che pascola nei monti, con i mufloni europei e con i cervi.

Il controllo del muflone africano

È necessario gestire e controllare le popolazioni di specie erbivore, normalmente tramite battute di caccia controllate e con consapevolezza di quanti sono gli esemplari da abbattere. Attualmente si stanno cacciando mufloni prima dei cinque anni di vita, quindi decisamente troppo presto. Per questo, la loro gestione cinegetica è da migliorare.

La ricerca scientifica consiglia di ritirare il muflone africano dalla lista di specie invasive. Perché? Perché la sua preferenza per prati e campagne coltivate promuove la biodiversità dei pascoli, permette di ripulire il monte in modo naturale e di mantenere zone aperte che possono fungere da tagliafuoco naturale.

Teschio di muflone africano

La presenza del muflone africano nel sud-est della penisola iberica, anziché risultare una minaccia porta numerosi benefici per i monti, promuovendo anche una maggior biodiversità paesaggistica.


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