In che modo i "super vermi" trasformano il polistirene in cibo sano
Scritto e verificato il biologo Cesar Paul Gonzalez Gonzalez
Uno dei maggiori problemi ecologici al giorno d’oggi è l’uso della plastica e il suo smaltimento. In natura, questo materiale derivato dal petrolio viene elaborato da pochissimi animali, portando a un accumulo eccessivo a cui sembra impossibile rimediare. Tuttavia, recentemente sono stati descritti alcuni “super vermi” in grado di trasformare la schiuma di polistirene (un tipo di plastica) in cibo.
Il polistirene espanso è una delle materie plastiche più utilizzate per il confezionamento degli alimenti e anche per gli elettrodomestici. Per questo motivo, è normale che i residui di questo materiale siano eccessivi e costituiscono un pericolo per l’ambiente. Questo è il motivo per cui l’esistenza dei super vermi, che trasformano il polistirene in cibo, è così importante. Scoprite di più su di questi animali nel paragrafo sottostante.
Perché la plastica è difficile da smaltire?
La plastica è costituita da molecole giganti chiamate macromolecole, create artificialmente da atomi di carbonio più piccoli. Questo processo viene chiamato polimerizzazione e fa sì che abbiano una grande inerzia chimica. Ciò significa che sono meno suscettibili all’ossidazione, all’umidità o all’attacco di alcune sostanze chimiche.
Per questo motivo i microrganismi, come batteri, funghi e protozoi, hanno difficoltà a trasformare la plastica in materia organica. Pertanto, la decomposizione naturale, che in genere dura solo pochi mesi o un paio di anni, richiede diverse centinaia di anni.
Grazie alle loro caratteristiche di materiale inerte, le materie plastiche sono diventate difficili da sostituire nella nostra vita di tutti i giorni, poiché aiutano a proteggere gli alimenti dal degrado naturale. Tuttavia, questa stessa capacità le rende un serio pericolo per l’ecosistema, perché impiegano dai 100 ai 1000 anni per decomporsi.
I “super vermi” che mangiano il polistirene
Uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology afferma che diverse specie di vermi della farina sono in grado di sopravvivere in un ambiente contaminato dal polistirene. Inoltre, sono in grado di digerire grandi quantità di questa plastica e trasformarla in anidride carbonica.
Questi vermicelli sono in realtà le larve della tarma della farina (Tenebrio spp.), quindi risultava sorprendente che avessero una tale capacità. Come se non bastasse, sono in grado di sopravvivere consumando solo polistirene senza nessun altro tipo di integratore alimentare.
Nel 2022, un gruppo di scienziati dell’Università del Queensland (Australia) si è reso conto che il verme della farina non era l’unico in grado di consumare il polistirene. Anche una specie di scarabeo chiamata Zophobas morio ha questa capacità e ha persino completato il suo intero ciclo vitale nutrendosi solo di questo materiale plastico.
Perché si chiamano super vermi?
È importante notare che il degrado del polistirene non ne comporta l’utilizzo come risorsa alimentare. Vista in un’altra maniera, il semplice fatto che i vermi della farina siano in grado di decomporre questa plastica non significa che ottengano nutrienti consumandola. Questo è ciò che accade con le larve appartenenti al genere Tenebrio.
Nel caso di Zophobas morio, i vermi scompongono il polistirolo e ne traggono energia e sostanze nutritive, rendendoli dei veri e propri “super” vermi. Grazie a questa caratteristica unica, si apre la possibilità di utilizzarli per ridurre l’inquinamento dovuto ai rifiuti di plastica.
Come fanno a scomporre il polistirene?
La capacità dei super vermi di scomporre il polistirene è dovuta ai microrganismi che abitano il loro intestino. Questi piccoli esseri distruggono le molecole di plastica e rilasciano i loro nutrienti. Senza di essi, i frammenti di polistirene passerebbero attraverso l’intero apparato digerente rimanendo inalterati.
In laboratorio, 100 super vermi sono in grado di degradare tra 34 e 39 milligrammi di polistirolo al giorno. Circa il 50% della plastica verrà utilizzata come nutriente, mentre il resto verrà trasformato in anidride carbonica.
L’ultimo passo
I microrganismi che abitano l’intestino dei super vermi sono molto diversi e vari, poiché ognuno contribuisce alla digestione in modo diverso. Di tutti, sono pochi quelli che si occupano davvero della distruzione e dell’uso di componenti di plastica. Per questo motivo, gli scienziati hanno utilizzato tecniche di metagenomica per analizzarne il microbiota intestinale e trovare i responsabili di questo processo.
Anche se può sembrare semplice, il processo richiede molto tempo e comporta l’analisi di un’enorme quantità di dati. Per questo motivo, l’unica cosa che sono riusciti a fare è stata identificare i batteri appartenenti ai generi Pseudomonas, Rhodococcus e Corynebacterium come possibili responsabili.
Anche se il gene o i geni coinvolti nella degradazione del polistirene non sono stati identificati, questa ricerca rappresenta un chiaro progresso nella lotta contro l’inquinamento da plastica. È molto probabile che il prossimo passo si concentrerà sulla ricerca degli enzimi responsabili di questo fenomeno. Basterebbe questo per poterli produrre sinteticamente e in grandi quantità senza dipendere dalla presenza dei vermi.
Come potete vedere, potrebbero volerci diversi anni prima che il problema dell’inquinamento da plastica trovi una situazione viabile. Tuttavia, gli sviluppi attuali sono promettenti e le aspettative sono alte. A questo punto non resta che attendere che gli studi vadano avanti spediti e che l’umanità ne possa al più presto godere i benefici.
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