La convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia
Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García
All’inizio del 2018, la Spagna ha finalmente deciso di ratificare La Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia, sottoscritta dall’Italia fin dal 2010. In questo modo, la Spagna è diventata il diciottesimo paese europeo a unirsi all’iniziativa, impegnandosi a progredire legalmente nella lotta contro il maltrattamento e l’abbandono degli animali.
Nonostante la recente integrazione spagnola, la Convenzione è in vigore da più di tre decenni. Specificamente, la sua approvazione ufficiale risale al 1987, quasi dieci anni dopo la lettura di fronte all’UNESCO della Dichiarazione Universale dei diritti degli Animali.
La pubblicazione della Convenzione ha stabilito una nuova cornice per le leggi dedicate al benessere degli animali del continente.
Anche se la sua portata non le consente di legiferare all’interno dei territori nazionali, ha agito da motore di trasformazione. In questo modo, ha costituito un impulso che ha condotto ai cambiamenti a livello legale che possiamo osservare in Europa e all’espansione delle politiche pubbliche riguardanti gli animali domestici. È il caso, per esempio, della questione della legalità dei sequestri.
Che cos’è la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia?
Come suggerisce il nome, si tratta di una normativa alla quale i paesi europei possono aderire volontariamente. Fin dal principio, il suo testo evidenzia l’obiettivo principale che ha condotto alla sua nascita: incoraggiare misure concrete che consentano di migliorare la protezione degli animali da compagnia che vivono nel continente.
Per essere più precisi, il preambolo della Convenzione prevede che tutte le persone abbiano l’obbligo morale di rispettare tutti gli esseri viventi. In questo modo, le leggi riguardanti il benessere animale non derivano da circostanze politiche passeggere, ma dalla responsabilità etica degli esseri umani.
Bisogna sempre ricordare che, indipendentemente dal contesto sociale, è nostro dovere assicurarci che tutte le specie possano godere delle condizioni necessarie per sviluppare con dignità il proprio ciclo di vita.
In questo senso, si distingue il vincolo emotivo, cognitivo e storico che ci lega agli animali da compagnia, che evidenzia un impatto positivo sulla qualità della nostra vita, a livello sia individuale che sociale. Per questa ragione , in primo luogo, si dedica a elencare quali sono le buone prassi in grado di incoraggiare l’affidamento responsabile tra i cittadini.
La convenzione, inoltre, promuove anche una serie di politiche pubbliche e di misure legali concrete nella lotta contro l’abbandono e il maltrattamento animale. Allo stesso tempo, risponde anche allo scopo di scongiurare le conseguenze che ne derivano, che rappresentano un rischio per la salute pubblica, come, per esempio, la sovrappopolazione nelle strade.
Alcuni contributi della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia
Uno dei suoi principali contributi per il benessere degli animali è rappresentato dal divieto di praticare interventi chirurgici con finalità estetiche. Storicamente, numerose razze sono state sottoposte a pratiche di mutilazione, come il taglio delle orecchie e della coda, per soddisfare standard estetici, oppure per garantire un migliore svolgimento di determinate attività, come la caccia.
Con la ratifica della Convenzione europea, i paesi che aderiscono si impegnano a proibire tali pratiche mediante l’applicazione di normative specifiche. In Spagna, per esempio, la decisione ha comportato un grande passo per l’unificazione delle normative appartenenti alle varie comunità autonome.
All’atto pratico, queste norme generano diversi conflitti con il gruppo dei cacciatori, che affermano di risultare danneggiati dalle “idee sbagliate ed estremiste” degli animalisti.
In merito alla caccia sportiva, la Convenzione regola anche l’impiego di animali in attività ricreative. In base alla sue decisioni, gli animali possono venire impiegati esclusivamente in attività che non comportino alcun genere di dolore, umiliazione, sofferenza o rischi per la loro integrità fisica e cognitiva.
I governi come attori principali nella promozione del benessere animale
Un altro contributo fornito dalla Convenzione per il progresso della protezione animale consiste nell’aver attribuito espressamente ai governi centrali la responsabilità di promuovere politiche pubbliche che incoraggino l’adozione e l’affidamento responsabili. Per esempio, sensibilizzare la popolazione sull’importanza dell’adozione di metodi anticoncezionali efficaci.
Inoltre, si riafferma come indispensabile l’adozione di misure concrete per combattere l’abbandono di animali, che comporta un’accelerazione nell’aumento della sovrappopolazione nelle strade. Dalla sua approvazione, è possibile verificare che tutti i paesi hanno approvato sanzioni più rigide contro l’abbandono e il maltrattamento di animali.
In ambito legale, poi, la stessa definizione di maltrattamento animale è stata sottoposta a cambiamenti ed espansioni. Al giorno d’oggi, abbraccia non solamente l’integrità fisica dell’animale, ma anche il suo benessere cognitivo ed emotivo. Per questa ragione, in Europa ogni tipo di abuso, violenza o sfruttamento può essere denunciato come maltrattamento animale.
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- Instrumento de ratificación del Convenio Europeo sobre protección de animales de compañía. Extraído de: https://boe.es/diario_boe/txt.php?id=BOE-A-2017-11637
- Ley 5/1997, de 24 de abril, de protección de los animales de compañía. Extraído de: https://www.boe.es/buscar/pdf/1997/BOE-A-1997-14412-consolidado.pdf
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