La leishmaniosi felina: cause e trattamento

La leishmaniosi felina è un'infezione provocata da un parassita che appartiene al genere Leishmania. È in grado di infettare diversi serbatoi vertebrati attraverso l'impiego di vettori invertebrati, generalmente rappresentati da zanzare del genere Phlebotomus o Lutzomyia.
La leishmaniosi felina: cause e trattamento

Ultimo aggiornamento: 01 ottobre, 2019

La leishmaniosi felina è una malattia provocata dal parassita  Leishmania infantum. Questa malattia parassitaria è stata osservata in numerose specie ed è causata dei membri del genere Leishmania.

Che cos’è la leishmaniosi?

La leishmaniosi riunisce un insieme di manifestazioni cliniche provocate da diverse specie del genere Leishmania. La malattia può presentarsi in forme differenti:

  • Cutanea (localizzata o diffusa).
  • Mucocutanea.
  • Viscerale.

Secondo L’Organizzazione Mondisle della Sanità (OMS), i parassiti responsabili della leishmaniosi sono presenti in America del Nord e America del Sud, Europa, Asia e Africa. Inoltre, è stato verificato che sono endemici delle regioni tropicali e subtropicali.

Cause della leishmaniosi felina

Il parassita responsabile della leishmaniosi felina è il Leishmania infantum. Per potersi trasmettere ad altre specie vertebrate, questo parassita protozoo ha bisogno di un vettore.

Generalmente, i vettori appartengono al genere Phlebotomus, se si trovano in Europa, Asia o Africa, oppure al genere Lutzomyia, se invece si trovano in America.

Si ritiene che i flebotomi o pappataci siano i principali responsabili della diffusione di questa malattia tra i gatti. I gatti vengono infettati quando la zanzara si alimenta da loro. E, allo stesso modo, i flebotomi non portatori si infettano dopo essersi alimentati da felini contagiati. Così, i gatti infettati possono agire da serbatoi supplementari per L. infantum.

Il ciclo biologico del protozoo è complesso, perché presenta una serie di cambiamenti morfologici, in base all’organismo ospitante nel quale si trova. Le zanzare infettano l’ospite vertebrato attraverso il protozoo promastigote.

Dopo l’inoculazione, i macrofagi dell’ospite fagocitano i promastigoti. Così, all’interno dei macrofagi, si trasformano in amastigoti.

Promastigoti e amastigoti sono le forme principali del protozoo del genere Leishmania

Fattori di incidenza

Esistono diversi fattori in grado di influire sull’incremento della ripercussione di questa zoonosi parassitaria. Tra questi fattori possiamo citare quelli che seguono:

  • Numero di vettori infettati.
  • Densità del flebotomo (zanzara che agisce come vettore di trasmissione).
  • Densità degli ospiti.
  • Nascita di nuovi serbatoi nella regione geografica.
  • Fattori meteorologici. Più specificamente, la temperatura ambientale e l’umidità.

Sintomi della leishmaniosi felina

I segnali più frequenti manifestati da questa malattia consistono in lesioni cutanee o mucocutanee presenti sulla testa o sulle estremità distali. È possibile riscontrare anche linfoadenomegalia (infiammazione dei linfonodi).

Le lesioni meno frequenti sono quelle oculari od orali e la perdita di peso. E, tra gli altri sintomi, in maniera occasionale si osservano itterizia, febbre, vomito, diarrea, disidratazione.

Ad ogni modo, di fronte a qualunque indizio di sospetto clinico è necessario effettuare un emogramma completo e un profilo biochimico, insieme a un’analisi delle urine. Inoltre, per confermare la presenza parassitaria, sarà necessaria una coltura in laboratorio.

Trattamento della leishmaniosi felina

Attualmente non esistono studi controllati sul trattamento della leishmaniosi felina. Generalmente, i professionisti prescrivono gli stessi farmaci che vengono somministrati ai cani.

Il farmaco che viene somministrato più frequentemente è l’allopurinolo. Ciononostante, è possibile prescrivere anche una combinazione di allopurinolo con antimoniato di meglumina. Questo farmaco è quello che è stato indicato negli studi. Tuttavia, sarà il medico professionista a decidere quale sarà il procedimennto migliore da seguire.

Durante il periodo di somministrazione del trattamento, i gatti devono essere monitorati , in modo da poter scartare qualunque eventuale reazione negativa. Nel caso in cui questa si manifesti, il veterinario deciderà in che modo affrontare la situazione.

Prima di indicare qualunque trattamento che i pazienti debbano seguire, è necessario disporre della conferma parassitologica.

La situazione in Italia

L’espansione della leishmaniosi dimostra che la sua epidemiologia non ha più connotati geografici. Negli ultimi anni, infatti, questa malattia ha subito una recrudescenza importante che l’ha portata a evolversi in tutta Italia, con una presenza ormai endemica anche nel Nord (mentre in passato era documentata soprattutto nelle regioni meridionali).

Diventa quindi di rilievo fondamentale il ruolo svolto dal medico veterinario nel controllo sanitario e nella prevenzione di questa malattia, che può essere trasmessa anche all’uomo. In merito alla sua prevenzione, sono disponibili in commercio dei collari per cani imbevuti di deltametrina, una sostanza in grado di bloccare l’attività del pappatacio.

La leishmaniosi viene trasmessa dalla puntura dei flebotomi

Consigli per la prevenzione

Per riuscire a prevenire la leishmaniosi negli animali domestici, i veterinari e il personale specializzato offrono di solito una serie di consigli. Alcuni di questi sono i seguenti:

  • Durante l’anno, ci sono due periodi durante i quali il rischio di trasmissione si moltiplica: tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, così come tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.
  • È stato documentato un numero maggiore di casi in gatti immunodepressi, perché soffrivano del virus dell’immunodeficienza felina (FIV, Feline Immunodeficiency Virus), del virus della leucemia felina (FeLV) o di altre malattie.
  • È possibile consigliare l’uso di insetticidi topici, anche se la loro efficacia non è stata verificata.

Conclusioni sulla leishmaniosi

L’insorgenza nei gatti della leishmaniosi felina è poco frequente, dal momento che la sua incidenza è minore di quella della leishmaniosi canina nei cani. Il che non significa, però, che i gatti siano più resistenti a L. infantum, ma che è possibile che vengano diagnosticati meno casi di questa patologia rispetto a quelli effettivamente esistenti, perché può essere confusa con altre malattie ed essere meno conosciuta dai veterinari, rispetto alla leishmaniosi canina.

La leishmaniosi è stata osservata anche in esseri umani. Si ritiene che circa 20 specie di Leishmania siano responsabili di infezioni negli esseri umani.


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