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Le rotte migratorie delle balene sono le stesse da 270.000 anni

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Uno studio sui molluschi che vivono sulla pelle dei cetacei ha dimostrato che le rotte migratorie delle balene sono uguali da quasi 300.000 anni. Incredibile, vero?
Le rotte migratorie delle balene sono le stesse da 270.000 anni
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Le balene, come gli altri animali, usano spesso le stesse rotte migratorie anno dopo anno. Ma è difficile sapere se è sempre stato così, poiché oggi vediamo come gli animali possono modificare i loro percorsi. Uno studio mostra che le balene hanno seguito le stesse rotte migratorie per quasi 300.000 anni.

I cirripedi: GPS fossilizzati

Questi enormi cetacei portano sui loro corpi, in molte occasioni, alcuni molluschi noti come cirripedi, che sono dei “commensali” che vivono sempre attaccati alle balene e che possono diventare fossili come altri animali. Attraverso lo studio di questi fossili, i ricercatori dell’Università della California hanno rintracciato le balene che morirono millenni fa.

E come è possibile? I cirripedi crescono vicino alle balene e catturano il carbonato di calcio per il loro corpo, il che li rende buoni indicatori delle condizioni delle acque in cui si trovano.

Pertanto, la crescita di questi molluschi fornisce indizi su dove si muovevano i cetacei che li trasportavano.

I cirripedi dispongono di un habitat sicuro grazie alle balene, oltre ad un trasporto in aree con più sostanze nutritive nell’acqua e maggiori possibilità di riprodursi e diffondersi.

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Inoltre, è relativamente facile per i ricercatori associare un cirripede fossile ad una particolare specie di balena, in quanto specifiche specie di molluschi aderiscono a specifiche specie di balene. Ciò ha permesso di ricostruire le antiche rotte migratorie di due specie di noti cetacei: le megattere e le balene grigie.

In tal modo, i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che alcune popolazioni di megattere (megaptera novaeangliae) vissute 270.000 anni migrando verso gli stessi punti delle coste di Panama. Questo dato è particolarmente interessante per capire come i grandi cetacei possono adattarsi ad eventi come i cambiamenti climatici.

Le rotte migratorie delle megattere

Il team responsabile di questo studio, guidato da Larry Taylor, aveva studiato i dati che questi molluschi potevano fornire per studiare le migrazioni delle balene.

Già è stato dimostrato che i cirripedi che oggi si trovano sulle balene possono essere utilizzati per studiare l’ambiente in cui si sono spostati durante l’anno. Lo studio di Taylor ha sfruttato lo stesso principio, ma risalendo a centinaia di migliaia di anni.

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Le megattere sono balene che possono superare 36 tonnellate di peso e raggiungere i sedici metri di lunghezza, il che le rende tra le balene più grandi che esistono. Si tratta di un animale molto agile, capace di eseguire salti potenti in cui colpisce l’acqua. I maschi emettono “canzoni” di quasi 20 minuti la cui funzione è ancora un mistero.

Questa specie compie una rotta migratoria di circa 25.000 chilometri all’anno. Vivono durante l’estate nelle acque polari dell’Antartide, dove si nutrono. Più tardi, questi cetacei intraprendono la migrazione verso zone tropicali e subtropicali per riprodursi ed avere i loro piccoli.

E così, ogni anno, queste balene appaiono in Costa Rica e a Panama, sia nell’emisfero settentrionale che nell’emisfero australe. Esse migrano anche in altre acque e, curiosamente, si è notato che stanno migrando sempre più verso il Mar Mediterraneo e il Mar Baltico, probabilmente per via del recupero del loro numero in seguito alla moratoria sulla caccia alle balene.

Speriamo che questo nuovo studio ci permetta di aiutarli a riconquistare le acque del pianeta.


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Trueman, C. N., & Glew, K. S. J. (2019). Isotopic tracking of marine animal movement. In Tracking Animal Migration with Stable Isotopes (pp. 137-172). Academic Press.


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