L'infezione da Campylobacter nei cani
Ci sono molte malattie e infezioni che gli animali domestici possono contagiare all’uomo, come l’infezione da Campylobacter.
Nel seguente articolo parleremo dell‘infezione da Campylobacter nei cani, che si manifesta con vari sintomi, tra cui la diarrea.
Cos’è l’infezione da Campylobacter?
Una delle principali cause di diarrea è l’infezione da Campylobacter, una delle intossicazioni alimentari più frequenti.
Può colpire milioni di persone ogni anno, in particolare neonati, adolescenti e giovani adulti che vivono in condizioni precarie di igiene e pulizia.
Il genere di batterio Campylobacter è composto da diversi batteri (come Jejuni, Coli e Fetus) ed è comune soprattutto negli animali da fattoria o negli animali domestici.
Tali microrganismi, che sono di forma allungata, richiedono bassi livelli di ossigeno per sopravvivere e non si muovono da soli, si stabiliscono nell’intestino e vengono quindi eliminati attraverso le feci.
Il contagio è prodotto dall’assunzione di acqua o cibo contaminati da questi batteri.
Un altro modo per infettarsi è stare a contatto con i resti fecali di una persona malata, come una madre quando pulisce il suo cucciolo.
Quali sono i sintomi dell’infezione da Campylobacter?
I sintomi principali dell’infezione da Campylobacter iniziano a manifestarsi dopo due giorni dall’ingresso dei batteri nell’organismo.
Possiamo differenziare in due grandi gruppi le malattie causate da questo batterio:
1. Malattie enteriche
Sono causate da due batteri Campylobacter: Coli e Jejuni. Di solito guariscono in circa 10 giorni. Il sintomo più noto di questa infezione è la diarrea.
Inoltre, provocano infiammazione a livello intestinale, febbre, dolori addominali, mal di testa, nausea, vomito e malessere.
2. Malattie extraintestinali
Sono causate principalmente dal Fetus di Campylobacter e sono meno frequenti, anche se più gravi. Possono colpire il cuore e i vasi sanguigni e causare endocardite e pericardite.
Queste malattie intestinali possono causare anche una malattia neurologica chiamata sindrome di Guillain Barré, infezioni del tratto urinario, pancreatite e artrite.
Diagnosi, trattamento e prevenzione dell’infezione da Campylobacter
Quando vengono identificati alcuni dei sintomi sopra elencati, e siamo a contatto cosciente con un cane o con un animale da fattoria – e in particolare con le loro feci – dobbiamo andare subito dal medico.
Alcuni professionisti indicano un esame del sangue per determinare se ci sono alterazioni nel numero dei globuli bianchi o nel pH del sangue.
È anche possibile eseguire un esame microscopico delle feci o una emocoltura (del sangue).
Una volta diagnosticata l’infezione da Campylobacter, il passo successivo è quello di eseguire il trattamento appropriato.
Poiché la diarrea causa disidratazione, è essenziale bere molta acqua e bevande isotoniche che restituiscano i liquidi e gli elettroliti persi al corpo.
Non è consigliabile seguire una dieta solida durante i primi quattro giorni. Da quel momento, è consigliabile mangiare cibi astringenti – patate, pane tostato, riso, pollo o pesce alla griglia – in piccole quantità.
In casi molto avanzati, può essere indicato il trattamento con antibiotici o antimicrobici come azitromicina oppure eritromicina.
La prognosi dell’infezione da Campylobacter è buona nella maggior parte dei pazienti, che guariscono in massimo 10 giorni.
Va tenuto presente che i bambini al di sotto dei due anni, gli anziani e le persone affette da immunodeficienza sono i gruppi a rischio per questo tipo di batteri.
Si può prevenire un’infezione con queste caratteristiche avendo animali domestici a casa? Certo che sì.
L’igiene è essenziale, quindi è consigliabile lavarsi bene le mani dopo aver giocato con il cane o aver pulito le feci.
È necessario disinfettare anche gli oggetti che potrebbero essere contaminati da feci infette dei nostri animali domestici, lavare bene i cibi che mangiamo, non bere l’acqua da fiumi o torrenti se siamo in vacanza ed evitare di consumare latticini non pastorizzati.
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- Acheson, D. W. K. (2015). Campylobacter. In Clinical Infectious Disease, Second Edition. https://doi.org/10.1017/CBO9781139855952.150
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