Lithoredo abatanica, il mollusco che può cambiare il corso di un fiume
Scritto e verificato la biochimica Luz Eduviges Thomas-Romero
Il Lithoredo abatanica è un curioso mollusco di acqua dolce con una dieta molto particolare. Unico al mondo, è stato riportato che questo animale consuma pietra calcarea ed evacua arenaria. Ma come funziona il suo apparato dirigente? Come riesce a ottenere i nutrienti dalla pietra?
Il Lithoredo abatanica è considerato un membro della famiglia dei Teredinidi. Finora questa specie veniva descritta come “vermi che rodono il legno”.
Curiosamente, questi vermi completano tutto o parte del loro ciclo di vita in tunnel che scavano nel legno. Gli esperti sono dunque giunti alla conclusione che la maggior parte delle specie di Teredinidi usano il legno come principale fonte di nutrimento.
Tra questi, la teredine viene descritta nella letteratura sin dal IV a. C., considerata l’incubo dei marinai. Ancora oggi, per via della sua abitudine di perforare il legno, può causare notevoli danni a imbarcazioni e moli.
Lithoredo abatanica, non mangia il legno ma pietra calcarea
A differenza della teredine, la sua parente più prossima, il Lithoredo abatanica vive in acque dolci. La sua presenza sul letto del fiume Abatan, nelle Filippine, è stata riportata solo in tempi molto recenti.
Si distingue dai suoi parenti anche perché non scava il legno, ma roccia di pietra calcarea. In seguito all’ingestione, la pietra, che si accumula nelle viscere dell’animale, si polverizza e poi viene espulsa come sabbia molto sottile.
Le caratteristiche di questo “verme della pietra” sono talmente eccezionali che i ricercatori hanno dovuto riconoscerlo non solo come nuova specie, ma anche come un nuovo genere all’interno della famiglia dei Teredinidi.
La strategia del Lithoredo abatanica di scavare la roccia per ingerirla rappresenta un sorprendente meccanismo, finora unico nel regno animale.
Vermi che rodono il legno, un nome ingannevole
Nonostante il loro nome, i cosiddetti vermi che rodono il legno non sono davvero vermi. Sono molluschi, un tipo di bivalvi della famiglia Teredinidae, un gruppo che include diverse vongole. Queste creature possiedono una piccola conchiglia in un’estremità del loro corpo lungo e a forma di “verme”.
La conchiglia di questo mollusco non fornisce protezione per il corpo allungato dell’animale. Il paio di minuscole valve si è evoluto per diventare uno strumento con cui l’animale raschia il substrato che ingerisce.
Lo strumento con cui questo animale scava si è adatto per poter tagliare la pietra calcarea, acquisendo la forma di dozzine di piccoli denti. Inizia così il processo di triturazione dei pezzi di pietra che vengono ingeriti da questi molluschi.
Una famiglia che mangia in buona compagnia
1) L. abatanica è imparentato con un altro Teredinide, il Kuphus polythalamia una creatura di grande taglia -155 centimetri- che vive nel fango. Questo animale è stato trovato a tre metri di profondità nel mare delle Filippine.
2) Il K. polythalamia vive in un luogo molto maleodorante. Il fango ricco di materia organica emette importanti quantità di acido solforico, un gas derivato dallo zolfo.
La strategia alimentare del K. polythalamia si basa sul lavoro dei batteri sani, gli endosimbionti, che vivono nelle sue branche e da cui ottiene il suo nutrimento. Questi batteri ossidano lo zolfo e producono composti che alimentano il mollusco.
Perché mangiare pietra calcarea?
I ricercatori non credono che i molluschi ottengano nutrimento dalla pietra. Viceversa, sostengono che questi animali potrebbero ottenere i nutrimenti di cui hanno bisogno a partire da una relazione simbiotica con alcuni batteri.
Potrebbe trattarsi di batteri unici che vivono nelle loro branchie o nei loro sifoni, motivo per cui espellono arenaria. Questi microrganismi offrirebbero i prodotti del loro metabolismo di cui i molluschi traggono giovamento.
Gli esperti affermano anche che le particelle rocciose presenti nelle loro viscere possono aiutarli a macinare cose come il krill, in modo simile all’azione del ventriglio di un uccello.
Lithoredo abatanica, muratore dell’ecosistema fluviale
La pratica del L. abatanica di scavare tunnel può avere un ruolo importante nella configurazione dell’ecosistema fluviale, in quanto crea nuovi habitat. Nel caso della teredine, si sa che il labirinto di tunnel scavati da queste creature offre rifugio ai pesci e a numerosi invertebrati marini.
In questo senso, l’impatto ecologico del L. abatanica si unisce a quello di altre teredini, come lo dimostrano questi due fattori:
- La significativa colonizzazione del letto di pietre: sono state trovate diverse categorie di invertebrati che risiedevano dentro l’intricata rete di tunnel costruiti.
- L’alta frammentazione di questo materiale calcitico sparso lungo le sponde del fiume Abatan.
Così la presenza di L. abatanica aumenta la complessità dell’habitat per una varietà di specie. Oltre a ciò, probabilmente altera il corso del fiume Abatan.
Segreti della natura da svelare
Restano ancora molti misteri da svelare per quanto riguarda la fisiologia di questo nuovo gruppo di Terenididi. Prima di tutto, studiarne le abitudini ecologiche potrebbe darci numerose informazioni sul modo in cui altri organismi del nostro ambiente dipendono dalle piccole cripte create da questo mollusco.
Poiché i tunnel rocciosi possono resistere per milioni di anni, la loro importanza potrebbe essere enorme. Capire questi moderni muratori può fare luce sull’evoluzione dell’ecosistema fluviale.
Infine, scoprire se il L. abatanica è colonizzato da un microbiota specializzato nella digestione della pietra potrebbe avere enormi applicazioni biotecnologiche. Questa scoperta potrebbe rappresentare una nuova fonte di prodotti di applicazione per fomentare lo sviluppo economico.
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