L'importanza dei topi selvatici nell'ecosistema

Sebbene passino inosservati, i topi selvatici sono davvero importanti per gli ecosistemi in cui vivono. Il perché vi sorprenderà.
L'importanza dei topi selvatici nell'ecosistema

Ultimo aggiornamento: 28 ottobre, 2022

Quando si esamina un ecosistema, tutti gli zoologi concordano sul fatto che l’equilibrio dipende da tutte le parti che lo compongono. In misura maggiore o minore, ogni essere vivente contribuisce al mantenimento e alla rigenerazione dell’ambiente in cui vive, ed è questo il caso dei topi selvatici: sono più importanti di quanto non si pensi, come dimostrato da diversi studi fatti nell’ultimo decennio.

Analizzando gli habitat naturali, si è scoperto che questi roditori svolgono due ruoli essenziali: il primo consiste nella rigenerazione delle foreste e un altro nel salvaguardia delle specie a rischio. In questo articolo vi daremo maggior informazioni sui topi selvatici e vi spiegheremo cosa li rende così speciali nonostante le loro piccole dimensioni. Non perdetevelo.

Il topo selvatico

Il topo selvatico (Apodemus sylvaticus) è un piccolo roditore che misura circa 20 centimetri di lunghezza compresa la coda, che può essere lunga quanto il corpo stesso. In genere presenta colori che tendono all’ocra e al rossastro, mentre il loro ventre è bianco. Ha degli occhi grandi e scuri, come le orecchie, e la sua testa è più grande di quella di altri topi del genere Mus.

Le sue abitudini sono prevalentemente notturne, mentre d’estate è più crepuscolare. Nel picco della sua attività, questo roditore trascorre la maggior parte del tempo nutrendosi di semi, frutti e bacche, anche se occasionalmente include nella dieta proteine animali sotto forma di piccoli insetti. Grazie ai loro forti incisivi, i topi sono in grado di rosicchiare il guscio dei frutti per estrarne i semi.

A differenza di altri piccoli roditori, il topo selvatico è solitario e stabilisce unità familiari solo durante la stagione riproduttiva.

La sua area di distribuzione copre tutta l’Europa occidentale e parte del bacino del Mediterraneo. Questi mammiferi hanno un’aspettativa di vita che non supera i 2 anni e il loro tasso di sopravvivenza è basso. Tuttavia, utilizzano la strategia riproduttiva R, quindi producono numerose cucciolate (in media 5 piccoli) più volte all’anno (fino a 7 cucciolate all’anno) per mantenere alta la sopravvivenza della specie.

La strategia riproduttiva R favorisce la crescita esponenziale di popolazioni con bassa sopravvivenza individuale.

Un topo selvatico mangia ribes.

Perché i topi selvatici sono così importanti?

Nonostante le loro piccole dimensioni, il loro ruolo nell’ecosistema è encomiabile. Il compito principale che questo roditore svolge nelle foreste in cui vive è involontario e semplice: nutrirsi. In ogni caso, non è l’unico, come potrete leggere nei paragrafi seguenti.

Il suo ruolo di preda

Il topo selvatico viene cacciato da una lunga lista di predatori all’interno del suo habitat. Alcuni di questi sono l’allocco (Strix aluco), la genetta comune (Genetta Genetta) o il nibbio bianco (Elanus caeruleus). Molte specie di mammiferi, uccelli e rettili si nutrono di questi piccoli roditori.

La civetta capogrosso (Aegolius funereus) è una specie a rischio e gran parte della sua alimentazione è basata sul topo selvatico.

Il migliore meccanismo di difesa che i topi selvatici possono utilizzare contro i predatori è il loro essere furtivi e la capacità di stabilire percorsi sicuri all’interno del territorio. Tuttavia, un calo della popolazione di questi roditori sarebbe un duro colpo per la sopravvivenza dei piccoli predatori che li cacciano.

Il suo ruolo di predatore

Un tempo si pensava che la predazione dei semi, parte essenziale della dieta di topi selvatici e altri piccoli animali, limitasse la crescita degli alberi. Tuttavia, uno studio del 2010 sulla Faggeta di Montejo (Madrid, Spagna) rivela che non è esattamente così.

Nelle foreste frammentate degli altopiani iberici, è stato dimostrato che le popolazioni di topi selvatici si nutrono di quasi tutti i semi degli alberi che crescono in questi luoghi. Tuttavia, non sempre li consumano interi, e per questo motivo consentono a nuovi alberi di crescere “piantandone” i semi attraverso determinati comportamenti.

In questo studio, è stato registrato che le ghiande che i topi selvatici non aprivano del tutto o tenevano come scorta finivano per germogliare e dare origine a nuovi alberi. Inoltre, è stato osservato che i topi trasportano i semi fino a 130 metri di distanza dall’albero madre, il che favorisce il fenomeno della dispersione. Questo meccanismo è risultato essere particolarmente vantaggioso per le querce (genere Quercus).

Se tutte le ghiande germinassero sotto l’albero da cui sono cadute, la concorrenza impedirebbe loro di crescere liberamente e alla foresta di espandersi. Pertanto, questi meccanismi di dispersione sono essenziali.

Note finali

Come potete vedere, i topi selvatici sono importanti “ingegneri forestali”. Questi studi inoltre riaffermano l’idea che non basta piantare un albero per far nascere un bosco o far rigenerare la terra, ma che sono tutti gli altri organismi viventi (piante e animali) a far sì che le basi dell’ecosistema possano fare il loro corso.

La presenza di questi piccoli roditori nelle case e nelle città in genere è indesiderata, dal momento che possono razziare case e campi coltivati. Al giorno d’oggi, però, esistono molte tecniche (come la riduzione dei rifiuti che può spingerli verso i centri urbani) che rendono possibile una convivenza armoniosa tra le specie. Come sempre, prendersi cura di questi animali implica significa cura di noi stessi.


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