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Trattamenti per la leptospirosi nei cani

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Nelle righe che seguono vi spieghiamo quali sono le cause e il trattamento di questa malattia, causata da un batterio.
Trattamenti per la leptospirosi nei cani
Alejandro Rodríguez

Scritto e verificato il biotecnologo Alejandro Rodríguez

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Conosciuta anche come tifo canino, la leptospirosi nei cani è una malattia contagiosa provocata da un batterio. Se viene identificata e trattata tempestivamente, il nostro amico a quattro zampe ha la possibilità di riprendersi completamente.

Che cos’è e come si trasmette la leptospirosi canina?

I batteri del genere Leptospira sono in grado di infettare la maggior parte dei mammiferi e perfino animali a sangue freddo. Anche se esistono altri sierotipi, le specie Leptospira canicola Leptospira Icterohaemorrhagiae sono quelle responsabili della maggior parte dei casi di leptospirosi nei cani.

La sua prevalenza può aumentare nei mesi caratterizzati da temperature moderatamente alte e in zone umide, e può manifestarsi in modi diversi, in base al sierotipo e allo stato di salute del cane. Prima di tutto, si tratta di una malattia grave: una diagnosi precoce è dunque di fondamentale importanza.

La via di trasmissione più comune è generalmente rappresentata dal contatto diretto con l’urina di cani infetti, oppure mediante contatto indiretto con acqua o particelle di terra contenenti il batterio.

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La leptospirosi nei cani può essere trasmessa anche attraverso ferite provocate dal contatto con dei topi, i principali portatori di questi batteri e che, a loro volta, vengono a malapena colpiti da questa malattia.

Dopo che il batterio è riuscito a penetrare all’interno dell’organismo, si diffonde attraverso il flusso sanguigno e raggiunge i reni, il fegato e altri organi.

Quali sintomi presenta la leptospirosi nei cani?

Generalmente, i primi sintomi della leptospirosi nei cani corrispondono a mancanza di appetito, nausea o vomito e febbre alta. In seguito iniziano a manifestarsi i sintomi specifici da contagio da Leptospira, come i seguenti:

  • Itterizia (colorazione giallastra degli occhi e della pelle)
  • Lesioni necrotiche nella bocca
  • Gastroenterite emorragica
  • Ulcere nella bocca e nelle mucose nasali
  • Abbassamento della temperatura corporea
  • Alterazione di alcuni parametri (globuli bianchi e indicatori della funzione renale) rilevabili mediante analisi del sangue
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Se notiamo la presenza di cambiamenti nel comportamento abituale del nostro cane, oppure se identifichiamo qualcuno di questi sintomi, è di fondamentale importanza rivolgersi a un veterinario, che formulerà una diagnosi e prescriverà il trattamento adeguato.

Qual è il trattamento per la leptospirosi nei cani?

Come abbiamo detto in precedenza, è importante che il trattamento abbia inizio al più presto possibile. In questo caso, all’animale, per combattere l’infezione, vengono somministrati degli antibiotici, di solito penicillina e streptomicina, per una durata di 7-10 giorni.

Se necessario, è possibile somministrare del siero e un farmaco per tenere sotto controllo il vomito e la diarrea e procedere a una corretta reidratazione dell’animale.

Se il veterinario lo ritiene necessario, è possibile anche applicare alcune misure in grado di contrastare il danno sia renale che epatico. Unitamente a queste misure, è possibile somministrare una dieta nutriente ma a basso contenuto proteico.

Infine, la contromisura migliore per evitare la leptospirosi nei cani consiste nella prevenzione. È importante eseguire le vaccinazioni raccomandate dal veterinario e tenere sotto controllo il nostro cane, mentre facciamo in modo che l’ambiente in cui vive sia il più igienico possibile, evitando, per quanto è in nostro potere, che entri in contatto con possibili focolai di infezione.


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Andre-Fontaine, G., Branger, C., Gray, A. W., & Klaasen, H. L. B. M. (2003). Comparison of the efficacy of three commercial bacterins in preventing canine leptospirosis. Veterinary Record153(6), 165-169.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.