Il mimetismo acustico delle falene: un'incredibile strategia difensiva
Scritto e verificato la biochimica Luz Eduviges Thomas-Romero
Secondo gli scienziati, esistono specie di falene con o senza il senso dell’udito. Per questi invertebrati, l’udito è un elemento fondamentale per poter fuggire dai loro principali predatori: i pipistrelli. Per gli esperti è stato interessante studiare il modo in cui le falene sorde riescono a proteggersi dai predatori. Continuate a leggere per sapere di più sul curioso fenomeno del mimetismo acustico!
Il mimetismo acustico per sfuggire ai pipistrelli
Per prima cosa segnaliamo che i pipistrelli individuano le loro prede emettendo delle pulsazioni a onde sonore che, andando a sbattere sugli oggetti solidi, restituiscono loro un’eco. Se il materiale che “riflette le onde” si muove, come ad esempio una falena in volo, la frequenza dei segnali sarà frammentata.
La variazione delle onde riflesse consente al pipistrello di conoscere la velocità della sua preda; è lo stesso concetto base su cui si sviluppano le onde radio, usate per viaggiare nell’aria a lunghe distanze anche in presenza di nebbia o precipitazioni.
È importante sottolineare come l’uomo non possa udire gli ultrasuoni emessi dai pipistrelli. Tuttavia, alcuni insetti tra cui falene, scarabei o grilli ne sono capaci. Quando uno di questi insetti sente il suo predatore, può scappare volando per esempio a spirale o a zigzag, evitando di essere catturato.
Se molti insetti notturni – tra cui anche alcune specie di lepidotteri – hanno sviluppato un udito atto ad ascoltare le chiamate ad ultrasuoni dei predatori, altre specie di falene non ci sono riuscite. Come sopravvivono dai predatori gli insetti senza udito?
I lepidotteri sordi utilizzano un altro metodo
Esperti entomologi hanno identificato la strategia di fuga di due specie di falene sorde, Antherina suraka e Callosamia promethea. I ricercatori hanno individuato sulle ali di questi insetti delle squame capaci di cancellare il suono del loro movimento per evitare di essere individuate dai predatori.
Gli scienziati hanno scoperto delle escrescenze simili a veri e propri peli in grado di assorbire fino all’85% delle onde sonore emesse dai pipistrelli. Si tratta di un vero meccanismo di mimetismo acustico.
Il mimetismo acustico grazie alle ali
Se il mimetismo visivo permette ad alcuni animali di venire confusi con l’ambiente circostante, quello acustico rende il lepidottero “invisibile” al radar del suo predatore. Anche se farfalle e falene possiedono ali simili, la maggior parte delle farfalle è attiva durante il giorno e non deve affrontare la minaccia dei pipistrelli notturni.
Le falene, invece, hanno abitudini notturne e per questo hanno sviluppato, sul corpo e sulle articolazioni delle ali, squame più spesse e folte rispetto ad altri lepidotteri.
Le squame delle falene svolgono la funzione di un cappotto e assorbono i suoni. Se analizzate al microscopio, appaiono come peli che vibrano nelle frequenze corrette per assorbire le onde degli ultrasuoni emessi dai pipistrelli.
L’uomo potrebbe copiare la strategia delle falene
Diversi studi sulle falene sorde hanno evidenziato come le squame che ricoprono i loro corpi abbiano una struttura simile a quella delle fibre utilizzate per le soluzioni tecnologiche di insonorizzazione, disponibili sul mercato. Diversi studi potrebbero contribuire allo sviluppo di materiali biomimetici a partire proprio dalle ali di queste falene.
È possibile che in futuro gli scienziati prendano ispirazione da queste falene per sviluppare dispositivi contro gli ultrasuoni a banda larga e multidirezionali. Con questo meccanismo, si potrebbero controllare i suoni con dispositivi sottili e ad alto assorbimento.
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