Il pianeta delle scimmie: umani e primati al cinema
Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García
Molto prima di Star Wars, quando Marvel e DC si limitavano a vendere fumetti e mentre personaggi come Batman apparivano solo in serie TV di grande successo ma di dubbia qualità, la saga di “Il pianeta delle scimmie” ha lanciato la tendenza verso il merchandising cinematografico su larga scala.
Presentato nel 1968, il primo dei film di una saga che ad oggi conta con nove episodi, una serie TV d’azione e una serie animata, ha agito da spartiacque nella storia della cultura popolare contemporanea.
Il film, diretto da Franklin J. Shaffner e interpretato da Charlton Heston, ha così reso noto anche il libro su cui era basato. La planète des singes, di Pierre Boulle, era stato pubblicato cinque anni prima dell’uscita del film, suscitando un tiepido interesse in Francia e nel Regno Unito dopo la sua traduzione in inglese.
Questo film era ben lungi dal diventare un best seller a livello mondiale: persino il suo autore lo considerava un’opera minore nella sua filmografia. Tuttavia, si trasformò presto in un successo, mantenendo tutt’oggi intatta la sua validità. Infatti, la sua trama non ha lasciato nessuno indifferente e c’è stato anche chi ha etichettato questa saga come il riflesso della “teoria dell’involuzione”.
Il pianeta delle scimmie: la saga originale
Nel primo episodio, l’astronauta colonnello George Taylor (Heston) finisce insieme al suo equipaggio su un pianeta sconosciuto. Inizialmente pensano che sia un mondo inabitabile, in cui la presenza di esseri viventi è impossibile.
Finché non scoprono il loro errore: non solo c’è vita, ma si tratta di esseri umani, che però vivono come animali selvatici, sotto il dominio delle scimmie, la razza dominante. In seguito, il protagonista della storia, senza riconoscerlo, assumerà lo stesso comportamento dispotico dei suoi rapitori.
Il film fa nascere diverse domande: l’essere umano sa davvero come vivere in armonia con la natura? La risposta “naturale” all’ignoto o a ciò che non si comprende è ancora paura?
L’altra faccia del pianeta delle scimmie
La seconda parte venne presentata per la prima volta nel 1970. Dopo che fu chiaro alla fine de “Il pianeta delle scimmie” che la storia non aveva mai lasciato la Terra, gli errori che condannavano l’umanità iniziano a ripetersi sistematicamente. Inoltre, la nuova razza dominante sembra destinata a ripeterli senza speranza.
Fuga dal pianeta delle scimmie
Questo episodio uscì nel 1971 e mantiene la trama dei film precedenti, sebbene rappresenti una sorta di riavvio. L’azione, che aveva avuto luogo nel 3978, si svolge ora negli anni ’70, dopo un viaggio indietro nel tempo.
Adesso gli umani sono gli animali superiori e le scimmie del futuro devono dimostrare di non essere una razza inferiore.
1999 – Conquista della Terra
Uscito nel 1972, questo film offre una visione agghiacciante del trattamento che gli esseri umani possono dare agli animali. La trama si svolge nei primi anni ’90.
In questo episodio della saga un virus ha spazzato via la popolazione di cani e gatti. In un mondo privo di animali domestici, le scimmie sono costrette a prendere il posto di cani e gatti. Scimmie, gorilla e scimpanzé finiscono per diventare schiavi, fino a quando gli oppressi si ribellano contro i loro oppressori e lo scontro è inevitabile.
Anno 2670 – Ultimo atto
Nel capitolo finale della saga originale, dopo aver superato non senza difficoltà le loro paure, le scimmie e gli umani sono costretti a vivere in armonia. Altrimenti, saranno destinati a ripetere gli stessi errori per sempre.
Il pianeta delle scimmie nel XXI secolo
Nel 2001 è uscito quello che doveva essere un remake del film originale. Diretto da Tim Burton, il film ha generato grandi aspettative, che alla fine non ha soddisfatto. Un decennio dopo è uscita la nuova trilogia cinematografica, ampiamente elogiata dal pubblico e dalla critica.
Le domande rimaste in sospeso dalla prima puntata del 1968, ancora oggi non trovano risposte. La saga seguirà una sorta di continuità con quella precedente?
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