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La leonessa: intelligenza, strategia e istinto materno

4 minuti
La leonessa si prende cura dei suoi cuccioli fino all'età di 2 o 3 anni. Quindi la madre va di nuovo in calore e il branco lascia andare i cuccioli maschi affinché diventino indipendenti.
La leonessa: intelligenza, strategia e istinto materno
Luz Eduviges Thomas-Romero

Scritto e verificato la biochimica Luz Eduviges Thomas-Romero

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Oggi la sopravvivenza dei grandi felini è una sfida enorme, a causa della distruzione degli habitat, della caccia e del cambiamento climatico. Fortunatamente, la natura ha dotato la leonessa dell’intelligenza e dell’istinto materno necessari per proteggere e far sopravvivere la sua prole.

Pochi animali si preoccupano dei propri figli come le leonesse. Ci troviamo di fronte ad un predatore nato, un mammifero devoto e coraggioso dotato di un’insolita perseveranza. Continuate a leggere se volete saperne di più sul comportamento delle leonesse in natura.

Le strategie di protezione materna della leonessa

In natura, una leonessa in calore può accoppiarsi con diversi maschi del branco. Per quanto insolito possa sembrare, è comune che si riproduca in media da 20 a 40 volte. Questa può essere considerata la prima delle strategie di protezione materna della leonessa: l’accoppiamento con più maschi.

La fecondazione da parte di maschi diversi garantisce la variabilità genetica della prole. Questo è importante, perché l’infanticidio è comune all’interno del branco, ad esempio, nel caso in cui il maschio dominante venga sostituito. In questo scenario, la variabilità genetica della prole è molto vantaggiosa per la loro sopravvivenza all’interno del branco.

La seconda strategia delle madri leonesse è quella di affrontare la gravidanze tutte insieme. Ciò avvantaggia l’allevamento e migliora le possibilità di sopravvivenza della prole.

Branco di leoni.
La leonessa si nasconde durante i primi due mesi di vita dei cuccioli

Al momento del parto, le leonesse cercano una tana lontana dal branco per nascondere i loro cuccioli. In genere la cucciolata è di 4 cuccioli, che nascono indifesi: sono ciechi fino a 3-11 giorni dalla nascita.

La madre li presenta al branco quando raggiungono circa le 8 settimane di età. Mentre sono nascosti, la leonessa cambierà la tana ogni due settimane.

Durante questa fase, i predatori che causano la più alta mortalità nei cuccioli sono le iene, gli sciacalli, gli elefanti e i bufali.

La leonessa si dedica esclusivamente all’allevamento dei cuccioli

La gestazione media di una leonessa è compresa tra 105 e 110 giorni. Dopo il parto, le femmine di solito non sono pronte a riprodursi di nuovo fino a quando i loro cuccioli non crescono e diventano indipendenti.

Per questo motivo, il tempo tra le nascite può estendersi fino a 3 anni quando le leonesse si trovano nel loro ambiente naturale. In cattività, il tempo può essere ridotto a un anno. L’allattamento dura circa 8 mesi.

L’allevamento dei cuccioli

Come accennato in precedenza, le femmine dello stesso branco danno alla luce i loro cuccioli approssimativamente nello stesso momento. Questo promuove la formazione di una rete comunitaria per la cura, la protezione e l’alimentazione della prole.

Infatti, grazie a questa strategia, è comune che una leonessa allatti i cuccioli di un’altra leonessa. Tuttavia, se la differenza di età tra i cuccioli supera i 3 mesi, la leonessa non accetterà i cuccioli più piccoli.

I ricercatori sono dell’opinione che ciò sia dovuto alla natura comunitaria dell’allattamento dalla mammella. I cuccioli più grandi e più forti succhiano più latte, facendo morire di fame i più piccoli.

La leonessa difende i cuccioli dagli attacchi degli invasori

Le dure condizioni della vita nella savana fanno sì che il 40-80% dei cuccioli muoia prima di compiere 1 anno di età. I due motivi principali sono la scarsità di cibo e l’attacco da parte degli invasori.

Gli invasori sono leoni maschi scacciati da un altro branco, che sono alla ricerca di femmine. Quando trovano un branco, devono prima combattere i maschi esistenti. In caso di successo, la coalizione di invasori ucciderà i cuccioli.

Secondo gli esperti, questo massacro di cuccioli mira a promuovere la disponibilità delle femmine e garantire la trasmissione dei geni degli aggressori maschi. Le leonesse, tuttavia, combatteranno fino alla morte per proteggere i loro piccoli. Infatti, le madri si difendono tra loro come un vero e proprio gruppo.

Leoni che si leccano.
Le leonesse si adattano ad affrontare l’infanticidio

Come abbiamo visto, tra i leoni africani è comune l’infanticidio. Questo viene praticato dai maschi invasori di un altro branco che cercano di riprodursi temporaneamente ma in maniera esclusiva con un gruppo di femmine.

Tuttavia, sappiamo che tra i leoni asiatici, quelli che vivono nelle foreste di Gir, in India, gli adulti vivono in gruppi dello stesso sesso che interagiscono principalmente per accoppiarsi. Uno studio recente realizzato su 70 leoni asiatici adulti ha rivelato un modo diverso di organizzazione:

  • I gruppi femminili —9 analizzati— usavano territori esclusivi, mentre i territori maschili —11 coalizioni— si sovrapponevano alle aree ricche di femmine.
  • I gruppi interagiscono durante l’accoppiamento (n = 76). Durante questi episodi, le leonesse si accoppiano con più coalizioni rivali prima di concepire.
  • Come risultato, le coalizioni maschili vicine, sebbene ostili l’una all’altra, erano tolleranti nei confronti delle stesse cucciolate, poiché, dopo una tale promiscuità, è impossibile attribuire la paternità. Questo sistema sembra diminuire i casi di infanticidio. Inoltre, probabilmente diversifica i lignaggi paterni nelle cucciolate.

Questo studio evidenzia la versatilità del comportamento a livello etologico nella stessa specie che abita regioni ecologiche con una disponibilità di risorse differente. Da questi dati emerge che i leoni cercano di mantenere un equilibrio tra variabilità genetica e mortalità infantile.

Come abbiamo avuto modo di constatare, le leonesse sono tra le madri più devote dell’intero regno animale. È proprio il caso di dire che la natura non smette mai di stupirci: infatti, alcuni dei comportamenti qui elencati sono persino più sofisticati di quelli dell’essere umano.


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