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Le sanguisughe e il loro uso medico

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La terapia con le sanguisughe è uno dei trattamenti più antichi nella storia della medicina; questa pratica è tornata in auge per trattare alcune patologie ben precise.
Le sanguisughe e il loro uso medico
Ultimo aggiornamento: 05 ottobre, 2019

Le sanguisughe sono invertebrati ermafroditi appartenenti alla famiglia degli anelidi. Esistono diverse specie con una vasta diversità biologica.

In questo articolo ci concentreremo sull’applicazione medica di una specie esatta di sanguisughe: la Hirudo medicinalis.

Storia

Le sanguisughe sono state considerate indispensabili nel trattamento di certi disturbi sin dalla loro comparsa nella storia intorno all’anno 35000 a. C.

Gli indizi della loro presenza è registrata in strutture archeologiche di babilonesi ed egizi, così come nelle tombe della XVIII dinastia (1567 – 1308 a. C.) dell’Antico Egitto. Compaiono anche nella Bibbia e nel Corano.

Nell’Antico Egitto, la terapia con le sanguisughe e il salasso erano i rimedi più impiegati. Si trattava di pratiche mediche realizzate anche da altre popolazioni, tra i quali si trovavano i greci, i romani, i maya, gli aztechi e i mesopotamici.

In Grecia la terapia con le sanguisughe venne introdotta dal padre della medicina, Ippocrate. Questa tecnica venne supportata anche dal filosofo Galeno, sostenitore della teoria degli umori nel corpo.

Secondo la teoria umorale, un corpo sano è caratterizzato da un perfetto equilibrio tra i distinti umori. Un corpo malato, invece, presenta uno squilibrio degli stessi. Per risolvere ciò, bisognava estrarre del sangue, che era l’umore dominante.

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Anche nel mondo islamico il salasso e l’uso medico delle sanguisughe erano le due tecniche predominanti. Possiamo affermare ciò grazie alle testimonianze in diversi testi come il Fil tib Alqanoon o ltasreef liman Ajeza Anittalif.

Infine, nella medicina ayurvedica la divinità indù dell’Ayurveda regge tra le sue quattro mani una sanguisuga, una conchiglia, una ruota di energia e una pentola.

Uso medico delle sanguisughe

Il vero boom di questa pratica, tuttavia, si registra durante il Medioevo. Un aneddoto curioso al riguardo è quello riportato dai pellegrini che percorrevano il Cammino di Santiago. Durante il viaggio, sostavano nei pressi di stagni e fiumi nei quali si bagnavano.

Si credeva che fosse il riposo a donare sollievo ai pellegrini. Tuttavia, le responsabili erano le sanguisughe che calmavano gli edemi causati da tanto camminare. In particolare, prevenivano la malattia tromboembolica grazie alla irudina, una sostanza prodotta dalle loro ghiandole salivali.

Il trattamento richiedeva una specie esatta di sanguisughe, Hirudo mecidinalis. Questa specie è nota per le sue numerose proprietà terapeutiche e riceve il nome di sanguisuga medicinale.

Meccanismo d’azione

L’aspetto che attira maggiormente l’attenzione dell’uso di questi animali in ambito medico riguarda le sostanze presenti nella loro saliva. Tra queste sostanze si trovano vasodilatatori, antinfiammatori, anticoagulanti, analgesici, batteriostatici o antiedematosi.

Queste sostanze hanno diverse azioni:

  • Eliminano i disturbi di microcircolazione e l’ipossia.
  • Abbassano la pressione arteriosa.
  • Recuperano la permeabilità vascolare compromessa.
  • Aumentano l’attività del sistema immunitario.
  • Risolvono l’origine del dolore.
  • Migliorano lo stato bioenergetico dell’organismo.
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Tra le sostanze che vale la pena citare ricordiamo:

  • Anticoagulanti, tra cui il principale è l’irudina. Questo agente inibitore della trombina agisce frenando la coagulazione del sangue. È stato clonato e viene impiegato nel trattamento di disturbi cardiologici ed ematici.
  • Antinfiammatori. Risalta la bdellins, un composto che inibisce l’azione della tripsina, della plasmina e della acrosina.
  • Vasodilatatori. Tra questi troviamo l’istamina, l’acetilcolina e gli inibitori della carbossipeptidasi A. Tutti aumentano il flusso di ingresso del sangue alla regione indicata.

Vantaggi della terapia con le sanguisughe

Questa terapia non causa effetti collaterali né conseguenze negative. Presenta, dunque, poche controindicazioni. Allo stesso tempo, è una procedura indolore e sicura.

Bisogna ricordare che ogni esemplare di Hirudo medicinalis ha un unico uso. E ognuno di essi è un macchinario farmaco-chimico munito di una potente pompa di suzione.

Controindicazioni

L’uso della Hirudo medicinalis comporta una serie di rischi di cui è bene tenere conto. Uno si trova nell’intestino di questa sanguisuga ed è il batterio Gram-negativo Aeromonas hydrophila.

Tra i due esiste un rapporto simbiotico: Il batterio Aeromonas hydrophila secerne enzimi proteolitici per digerire il sangue e la sanguisuga Hirudo medicinalis gli offre protezione

Questo batterio, tuttavia, può causare diversi problemi agli umani, da cellulite a un ascesso locale fino alla caduta della pelle o serie complicazioni come sepsi o meningite.

Se ne sconsiglia l’uso a persone che soffrono di insufficienza arteriosa o immunosoppressione, così come di disturbi di coagulazione o infezioni locali oppure sistemiche. Nel gruppo dei soggetti che dovrebbero evitare questa pratica medica rientrano anche le donne in attesa e le persone allergiche alle sostanze attive della sanguisuga.

Conclusioni

Questa terapia ancestrale è tornata in auge al giorno d’oggi, poiché la sua efficacia è stata dimostrata in diversi trattamenti specifici. Tuttavia, conviene ricordare che la modalità di applicazione ha subito minime variazioni durante gli anni.


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