Squalo Spinoso di Cook: un abitante degli abissi
Scritto e verificato la biologa Ana Díaz Maqueda
Lo Squalo Spinoso di Cook (Echinorhinus cookei) appartiene alla famiglia Echinorhinidae insieme al ronco (Echinorhinus brucus). Trattandosi di una specie che popola le profondità marine e di difficile avvistamento, ben pochi sono i dati certi che la riguardano.
Non si sa ad esempio quanti individui ne restino, se siano in pericolo d’estinzione oppure no. In ogni caso, il Dipartimento di Conservazione della Nuova Zelanda l’ha classificata come specie a rischio. Continuate a leggere per saperne di più sullo Squalo Spinoso di Cook.
Caratteristiche fisiche dello Squalo Spinoso di Cook
Lo Squalo Spinoso di Cook non ha l’aspetto “terrificante” della maggior parte degli squali. L’animale ha un corpo tarchiato e cilindrico che gli conferisce un aspetto mite. Un’altra delle caratteristiche che lo definiscono sono le squame a forma di spine.
La sua testa è piatta e corta, dal muso aguzzo. Ha le narici o fosse nasali molto distanti tra di loro, e su cui ricade una piccola escrescenza di pelle. Gli occhi, a differenza di altri squali, sono privi della membrana nittitante che normalmente serve per questioni di protezione e pulizia.
La bocca di questa specie cartilaginosa è molto arcuata e dotata di circa 25 denti affilati sopra e sotto. Le fessure branchiali si trovano dietro la bocca e sono in totale 5. Queste permettono il ricambio di ossigeno facendo uscire l’acqua entrata attraverso la bocca.
Lo Squalo Spinoso di Cook possiede una linea laterale (organo sensoriale dei pesci) molto marcata che lo percorre lungo tutto il corpo. Un esemplare adulto può arrivare a misurare più di 4 metri, ed è di colore marrone grigio con bordi neri lungo le pinne. L’esemplare più pesante mai conosciuto è una femmina di circa 3 metri di lunghezza che pesava circa 300 chili.
Dove vive lo Squalo Spinoso di Cook?
Anche se in modo disuguale, lo Squalo Spinoso di Cook si distribuisce per tutto l’Oceano Pacifico. Se ne sono avvisati esemplari nelle acque vicine al Giappone, in Australia e in Nuova Zelanda, così come nelle Hawaii e negli Stati Uniti.
Esemplari di questa specie sono stati individuati in profondità che raggiungono i 1100 metri. Si sa, inoltre, che mettono in pratica la migrazione verticale, in quanto ogni notte risalgono dal profondo del mare fino in superficie.
Questi squali tendono a vivere almeno a 200 o 300 metri dalla superficie dell’acqua, anche se ne sono stati avvisati esemplari a soli 4 metri di profondità. È così che è stato possibile uno studio più approfondito della specie.
Di cosa si cibano questi squali?
La strategia di caccia di questa specie marina non è conosciuta, così come le sue prede. Tendendo conto delle dimensioni della bocca, oltre che della forma e della struttura della gola, è probabile che catturi le sue prede con la tecnica della suzione.
Oltre a questo, il fatto che siano animali lenti e principalmente attivi durante la notte lascia pensare che le sue prede siano grandi pesci come merluzzi, baccalà o piccoli quali, e ancora calamari giganti, polpi o pesci pietra.
Le possibili minacce del Squalo Spinoso di Cook
Secondo le informazioni raccolte durante gli avvistamenti subacquei, si tratterebbe di una specie praticamente inoffensiva per l’uomo. Se una persona si avvicina al punto da toccarlo, lo squalo si lascerà accarezzare o scapperà rapidamente.
Lo Squalo Spinoso di Cook non è nell’occhio del mirino dei cacciatori in quanto la sua carne non si mangia; inoltre, non minaccia alcuna specie marina consumata dall’uomo. Di rado finisce incastrato nelle reti dei pescatori. In passato sono stati accidentalmente pescati esemplari di ronco, specie simile e meno fortunata.
La principale minaccia per questa specie è rappresentata dal fatto che non migrano. Lo Squalo Spinoso di Cook rimane per tutta la vita nello stesso posto, limitandosi a risalire verticalmente le profondità. Una così ridotta area di distribuzione può fomentare eventi di estinzione sul lungo termine.
Questo fenomeno aumenta il rischio dell’esaurimento delle sue risorse alimentari, aumentato dal fatto che vive in prossimità di aree di pesca umana. Se non sapranno migrare in altre acque, la pressione antropica potrebbe presto causare gravi danni alla loro popolazione.
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