Che cos'è una generazione animale?
Scritto e verificato la biologa Ana Díaz Maqueda
Che cos’è una generazione animale? E perché il suo contributo è così determinante per orientare una specie verso l’estinzione o la sopravvivenza?
Gli esseri viventi si definiscono in base a tre funzioni fondamentali: la nutrizione, la socialità e la riproduzione. Per svilupparsi e mantenersi, un organismo vivo ha bisogno di nutrirsi e di entrare in relazione con altri individui e con il proprio ambiente. Inoltre, deve riprodursi e dare vita a una discendenza.
Date le premesse, ciò che definiamo “generazione animale” corrisponde all’essere o all’insieme di esseri che compaiono in una popolazione in seguito alla riproduzione dei propri genitori.
Anche se potrebbe sembrare una questione relativamente semplice, ogni nuova generazione animale deve affrontare grandi sfide, a volte differenti rispetto a quelle che hanno sostenuto i suoi genitori.
In questo modo, l’eredità genetica ricevuta dai genitori, che a sua volta proviene da un gran numero di generazioni precedenti, risulta fondamentale per la sussistenza. Desiderate sapere tutto ciò che può fare parte di una generazione animale? Continuate a leggere.
Alleli dominanti e alleli recessivi
Quando gli animali si accoppiano e producono una discendenza, ci si aspetta che questa riceva la metà della carica genetica dalla madre e l’altra metà dal padre: il risultato sarebbe quindi una combinazione delle due. Ciononostante, spesso è possibile osservare che la discendenza assomiglia più a un genitore che all’altro. Perché si verifica questo fenomeno?
All’interno del DNA troviamo alleli dominanti e alleli recessivi. Questi alleli costituiscono la diverse alternative presentate da un gene. Una generazione animale può mostrare delle caratteristiche fisiche che non hanno nulla a che vedere con quelle dei suoi genitori.
Per esempio, immaginate una coppia di conigli neri che ha come discendenti dei conigli bianchi. Che cosa è potuto accadere, in questo caso? È possibile che il gene che codifica il colore nero nei conigli sia un allele dominante. Se all’interno del gene preposto alla colorazione del pelo i genitori possedevano un allele dominante e un altro recessivo, a comparire sarà il colore nero.
Durante la riproduzione, i gameti (ovuli e spermatozoi) portavano con sé solamente l’allele recessivo: di conseguenza, i conigli discendenti non avevano altra scelta che essere bianchi.
Ora immaginate che tutti i genitori neri scompaiano. Per qualunque ragione, questa informazione genetica andrebbe perduta e a rimanere sarebbero solamente i conigli bianchi.
Purtroppo, la pelliccia bianca non rappresenta la caratteristica più favorevole per la sopravvivenza, a meno che l’animale non viva nella neve. Questo esempio è utile per spiegare, a grandi linee, in che modo la perdita genetica esercita un effetto su ogni generazione animale.
Generazione animale, endogamia e specie in pericolo di estinzione
La diversità genetica è fondamentale affinché le specie possano sopravvivere in quanto tali. Quindi, quando una popolazione di individui vede ridursi la propria diversità di alleli, possiede probabilità maggiori di scomparire.
Il numero di alleli presenti in una popolazione è una misura della diversità genetica. Maggiore è il numero degli alleli, maggiore sarà la diversità genetica.
La frequenza con la quale questi alleli nascono nella popolazione influisce anche sulle dimensioni della diversità genetica, dal momento che piccole mutazioni spontanee possono aumentare la varietà di alleli nel tempo.
A ogni generazione animale, questa diversità genetica può aumentare e, se si estrapola il tempo evolutivo, rappresenta uno dei motivi per i quali sul pianeta compaiono nuove specie.
Cause dell’endogamia
Una delle ragioni per le quali gli animali entrano a fare parte dell’elenco delle specie in pericolo di estinzione consiste nell’endogamia. Anche se, in realtà, sono la deforestazione, la perdita degli habitat, la frammentazione o la caccia indiscriminata a provocare un isolamento delle popolazioni e, di conseguenza, l’endogamia.
Esistono due tipi di endogamia: una aleatoria o non intenzionale e una deliberata. In quest’ultimo caso, l’accoppiamento intenzionale di animali strettamente imparentati tra loro, come fratelli o genitori e figli, dà luogo a una perdita straordinaria della diversità genetica, così come alla comparsa di malattie genetiche o a una ridotta resistenza agli agenti patogeni.
Questo tipo di endogamia è quella che si verifica all’interno della fauna selvatica quando il numero di individui ha subito una drastica riduzione in seguito alla mancanza di luoghi in cui vivere. Lo stesso fenomeno coinvolge gli animali che sono rimasti isolati come conseguenza di un processo di frammentazione. Queste popolazioni sono destinate a scomparire.
Dall’altra parte, troviamo l’endogamia aleatoria causata dalla deriva genetica. La deriva genetica è la componente casuale della forza evolutiva che, insieme alla selezione naturale, provoca dei cambiamenti nella frequenza degli alleli nel corso del tempo evolutivo.
Quando una specie presenta una bassa frequenza allelica e tutti i suoi alleli all’interno di un gene sono gli stessi, qualunque perturbazione che si verifichi nell’ambiente può causarne la scomparsa. È questo il motivo per il quale alcune specie scompaiono più rapidamente di altre, quando l’essere umano perturba un qualunque aspetto del suo ecosistema.
Strategie per evitare l’endogamia a ogni generazione animale
In natura, all’interno degli ecosistemi ben equilibrati, ogni specie possiede le proprie strategie per evitare l’endogamia e aumentare così a ogni generazione la propria varietà genetica.
In alcuni gruppi animali (come accade, per esempio, nei leoni) esiste una gerarchia matrilineare, nella quale le femmine di ogni generazione tendono a rimanere all’interno del gruppo, mentre i maschi se ne allontanano.
Dopo un certo tempo, arriva un nuovo maschio che commette un infanticidio, per ingelosire le femmine del branco. Per quanto questa pratica possa sembrare mostruosa, grazie a questo comportamento la popolazione si assicura una nuova carica genetica destinata a rafforzare la specie.
In altri casi, i movimenti dispersivi della prole per allontanarsi dai propri genitori e poter così creare nuove coppie costituiscono una strategia fondamentale per evitare l’endogamia. Le grandi migrazioni sono un altro ottimo esempio di movimento dispersivo di massa e a grandi distanze.
Alla fine, grandi gruppi di individui, molto differenti tra loro dal punto di vista genetico, si riuniranno per accoppiarsi e riprodursi.
La distruzione degli habitat porta a una riduzione dei territori nei quali si sono insediate numerose specie. Inoltre, la possibilità di trovare nuovi luoghi nei quali stabilirsi e poter così dare vita a una nuova generazione animale geneticamente molto diversa è quasi destinata a scompare.
La scomparsa delle specie non è determinata da un’unica causa. Non è la caccia indiscriminata a eliminare le specie, ma la mancanza di un luogo nel quale vivere e la necessità di riprodursi per mezzo di individui strettamente imparentati tra loro.
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