L’eremita barbuto nero: habitat, curiosità e riproduzione
Scritto e verificato la psicologa Sara González Juárez
Sicuramente qualche volta avrete sentito parlare di questi uccelli, o addirittura li avrete confusi con api e bombi nel vederli suggere il nettare dei fiori. In questo articolo parleremo dell’eremita barbuto nero, un bellissimo e importante agente impollinatore nel suo ambiente.
Sebbene possano sembrare tutti simili, in realtà i colibrì presentano notevoli differenze da specie a specie. Nelle prossime righe vedremo più a fondo questo uccellino, quindi non smettete di leggere.
Tassonomia
L’eremita barbuto nero (Glaucis hirsutus), noto anche come eremita pettorossiccio, appartiene alla famiglia Trochilidae (come tutti i colibrì) e al genere Glaucis. È da quest’ultimo che deriva il nome “eremita” e conta solo 3 specie:
- L’eremita becco a uncino (Glaucis dohrnii).
- L’eremita barbuto nero stesso (Glaucis hirsutus).
- L’eremita bronzato (Glaucis aenea).
Inoltre, all’interno di questo gruppo si trovano 2 sottospecie, la Glaucis hirsuta hirsuta e la Glaucis hirsuta insularum.
Caratteristiche fisiche
Per essere un colibrì, questo uccello è relativamente grande, in quanto può crescere fino ad arrivare a 9,8 centimetri di lunghezza e 4,8 grammi di peso. La sua caratteristica più vistosa è il piumaggio color bronzo, che presenta sfumature verdastre dall’occhio alla coda.
Ha un becco lungo e ricurvo, con la punta nera. Come gran parte dei colibrì, ha una lingua piuttosto lunga, quasi il doppio del becco (che misura più di 3 centimetri), per arrivare in fondo ai fiori di cui si nutre.
Le differenze tra i sessi sono minime, ma visibili. I maschi hanno una macchia gialla sulla parte superiore del becco, mentre le femmine presentano un piumaggio più opaco rispetto a loro. Inoltre il becco delle femmine è leggermente più corto e visibilmente più ricurvo.
Habitat dell’eremita barbuto nero
È possibile avvistare questi colibrì nelle foreste umide e secche, nelle savane boscose, nelle boscaglie e nelle aree tropicali e subtropicali. Come potete vedere, hanno una grande varietà di habitat, ma necessitano sempre di un’area con una fitta vegetazione e un’abbondanza di fiori in modo da potersi nutrire.
La distribuzione dell’eremita barbuto nero è ampia, ma è frammentata in piccole popolazioni. Ecco perché si trova in molti Paesi: Stati Uniti, Messico, Guatemala, Belize, Honduras, Costa Rica, El Salvador, Panama e Nicaragua.
Alimentazione
L’eremita barbuto nero è un uccello onnivoro, ma principalmente nettarivoro. La sua dieta si basa sul nettare e polline di un’enorme varietà di fiori e piante arbustive. È abbastanza selettivo, in quanto succhia solo nettare di fiori che hanno una forma ricurva, come il suo becco.
Sembra che i suoi fiori preferiti siano quelli del genere Heliconia, che raggruppa più di 100 specie di piante chiamate anche Chela di Aragosta o Uccello del Paradiso. Altre piante a cui si avvicina abitualmente sono Duroia Hirsutus, Palicourea lasiantha, Sanchezia (Acanthaceae) o Drymonia semicordata (Gesneriaceae).
Sebbene sia molto raro vederlo consumare proteine animali, durante la stagione riproduttiva tende a cibarsi anche di piccoli invertebrati e ragni. Le proteine contenute in questi animali lo aiutano a sopperire all’enorme dispendio energetico richiesto per l’allevamento dei piccoli e la deposizione delle uova.
Comportamento dell’eremita barbuto nero
L’eremita barbuto nero è un uccello diurno e solitario. È abbastanza territoriale, quindi competerà con altri esemplari per i fiori presenti nella sua zona e cercherà di scacciarli aggredendoli. Maschi e femmine si incontrano solo durante la stagione riproduttiva e si separano dopo l’accoppiamento.
Non si sa molto del modo in cui comunicano, dal momento che sono uccelli sfuggenti e raramente interagiscono tra loro (se non per competere e accoppiarsi). Alcuni studi hanno collegato alcune vocalizzazioni ad adattamenti specifici per la ricerca di cibo.
Riproduzione
Molti esemplari si riproducono durante tutto l’anno, ma essendo distribuiti su un’area così vasta non è strano che in alcune regioni vi siano periodi riproduttivi definiti. Il maschio proverà a convincere la femmina ad accoppiarsi e se ne andrà dopo esserci riuscito, pertanto solo la femmina si occuperà di crescere i piccoli.
Il maschio esegue la danza di corteggiamento volando e seguendo un percorso a forma di U.
La femmina costruisce il nido nella parte inferiore di una foglia, utilizzando fibre vegetali, come radici o steli. Successivamente vi deporrà 2 uova, le incuberà e darà da mangiare ai piccoli, che nasceranno dopo 17-20 giorni.
I pulcini impiegano circa 23 giorni per involarsi, dopodiché potranno lasciare il nido e badare a se stessi. Da notare che, a partire dai 12 giorni dalla nascita, vengono lasciati soli nel nido di notte, poiché questo è troppo piccolo per ospitare anche la madre.
Stato di conservazione dell’eremita barbuto nero
Questa specie si trova in uno stato di Minima preoccupazione (LC). Sappiamo che la sua popolazione è in declino, ma il conteggio degli individui adulti è complicato a causa della frammentazione delle popolazioni. Per darvi un’idea, la stima del numero totale va dai 5 ai 50 milioni di individui.
Il problema più grande che devono affrontare è la cattura allo scopo di tenerli come animali domestici, in quanto spesso vengono messi in mostra e scambiati come se fossero merce esotica. Sono state istituite aree protette per la loro conservazione, nella speranza che il numero delle popolazioni non continui a diminuire. Resta solo da sperare che si riesca nell’intento e che questi splendidi uccelli continuino a dare colore al nostro pianeta.
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