L’eremita barbuto nero: habitat, curiosità e riproduzione

Questo colibrì non ha colori sgargianti come altre specie, ma non si può dire che non sia bello o non abbia particolarità che lo rendono speciale.
L’eremita barbuto nero: habitat, curiosità e riproduzione
Sara González Juárez

Scritto e verificato la psicologa Sara González Juárez.

Ultimo aggiornamento: 29 gennaio, 2023

Sicuramente qualche volta avrete sentito parlare di questi uccelli, o addirittura li avrete confusi con api e bombi nel vederli suggere il nettare dei fiori. In questo articolo parleremo dell’eremita barbuto nero, un bellissimo e importante agente impollinatore nel suo ambiente.

Sebbene possano sembrare tutti simili, in realtà i colibrì presentano notevoli differenze da specie a specie. Nelle prossime righe vedremo più a fondo questo uccellino, quindi non smettete di leggere.

Tassonomia

Eremita barbuto nero
Glaucis hirsutus.

L’eremita barbuto nero (Glaucis hirsutus), noto anche come eremita pettorossiccio, appartiene alla famiglia Trochilidae (come tutti i colibrì) e al genere Glaucis. È da quest’ultimo che deriva il nome “eremita” e conta solo 3 specie:

  • L’eremita becco a uncino (Glaucis dohrnii).
  • L’eremita barbuto nero stesso (Glaucis hirsutus).
  • L’eremita bronzato (Glaucis aenea).

Inoltre, all’interno di questo gruppo si trovano 2 sottospecie, la Glaucis hirsuta hirsuta e la Glaucis hirsuta insularum.

Caratteristiche fisiche

Per essere un colibrì, questo uccello è relativamente grande, in quanto può crescere fino ad arrivare a 9,8 centimetri di lunghezza e 4,8 grammi di peso. La sua caratteristica più vistosa è il piumaggio color bronzo, che presenta sfumature verdastre dall’occhio alla coda.

Ha un becco lungo e ricurvo, con la punta nera. Come gran parte dei colibrì, ha una lingua piuttosto lunga, quasi il doppio del becco (che misura più di 3 centimetri), per arrivare in fondo ai fiori di cui si nutre.

Le differenze tra i sessi sono minime, ma visibili. I maschi hanno una macchia gialla sulla parte superiore del becco, mentre le femmine presentano un piumaggio più opaco rispetto a loro. Inoltre il becco delle femmine è leggermente più corto e visibilmente più ricurvo.

Habitat dell’eremita barbuto nero

È possibile avvistare questi colibrì nelle foreste umide e secche, nelle savane boscose, nelle boscaglie e nelle aree tropicali e subtropicali. Come potete vedere, hanno una grande varietà di habitat, ma necessitano sempre di un’area con una fitta vegetazione e un’abbondanza di fiori in modo da potersi nutrire.

La distribuzione dell’eremita barbuto nero è ampia, ma è frammentata in piccole popolazioni. Ecco perché si trova in molti Paesi: Stati Uniti, Messico, Guatemala, Belize, Honduras, Costa Rica, El Salvador, Panama e Nicaragua.

Alimentazione

L’eremita barbuto nero è un uccello onnivoro, ma principalmente nettarivoro. La sua dieta si basa sul nettare e polline di un’enorme varietà di fiori e piante arbustive. È abbastanza selettivo, in quanto succhia solo nettare di fiori che hanno una forma ricurva, come il suo becco.

Sembra che i suoi fiori preferiti siano quelli del genere Heliconia, che raggruppa più di 100 specie di piante chiamate anche Chela di Aragosta o Uccello del Paradiso. Altre piante a cui si avvicina abitualmente sono Duroia Hirsutus, Palicourea lasiantha, Sanchezia (Acanthaceae) o Drymonia semicordata (Gesneriaceae).

Sebbene sia molto raro vederlo consumare proteine animali, durante la stagione riproduttiva tende a cibarsi anche di piccoli invertebrati e ragni. Le proteine contenute in questi animali lo aiutano a sopperire all’enorme dispendio energetico richiesto per l’allevamento dei piccoli e la deposizione delle uova.

Comportamento dell’eremita barbuto nero

L’eremita barbuto nero è un uccello diurno e solitario. È abbastanza territoriale, quindi competerà con altri esemplari per i fiori presenti nella sua zona e cercherà di scacciarli aggredendoli. Maschi e femmine si incontrano solo durante la stagione riproduttiva e si separano dopo l’accoppiamento.

Non si sa molto del modo in cui comunicano, dal momento che sono uccelli sfuggenti e raramente interagiscono tra loro (se non per competere e accoppiarsi). Alcuni studi hanno collegato alcune vocalizzazioni ad adattamenti specifici per la ricerca di cibo.

Riproduzione

Molti esemplari si riproducono durante tutto l’anno, ma essendo distribuiti su un’area così vasta non è strano che in alcune regioni vi siano periodi riproduttivi definiti. Il maschio proverà a convincere la femmina ad accoppiarsi e se ne andrà dopo esserci riuscito, pertanto solo la femmina si occuperà di crescere i piccoli.

Il maschio esegue la danza di corteggiamento volando e seguendo un percorso a forma di U.

La femmina costruisce il nido nella parte inferiore di una foglia, utilizzando fibre vegetali, come radici o steli. Successivamente vi deporrà 2 uova, le incuberà e darà da mangiare ai piccoli, che nasceranno dopo 17-20 giorni.

I pulcini impiegano circa 23 giorni per involarsi, dopodiché potranno lasciare il nido e badare a se stessi. Da notare che, a partire dai 12 giorni dalla nascita, vengono lasciati soli nel nido di notte, poiché questo è troppo piccolo per ospitare anche la madre.

Stato di conservazione dell’eremita barbuto nero

Eremita barbuto nero
Glaucis hirsutus.

Questa specie si trova in uno stato di Minima preoccupazione (LC). Sappiamo che la sua popolazione è in declino, ma il conteggio degli individui adulti è complicato a causa della frammentazione delle popolazioni. Per darvi un’idea, la stima del numero totale va dai 5 ai 50 milioni di individui.

Il problema più grande che devono affrontare è la cattura allo scopo di tenerli come animali domestici, in quanto spesso vengono messi in mostra e scambiati come se fossero merce esotica. Sono state istituite aree protette per la loro conservazione, nella speranza che il numero delle popolazioni non continui a diminuire. Resta solo da sperare che si riesca nell’intento e che questi splendidi uccelli continuino a dare colore al nostro pianeta.


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