L'importanza del marabù africano per l'ecosistema
Scritto e verificato la biochimica Luz Eduviges Thomas-Romero
Il marabù africano è un uccello che mangia carogne appartenente alla famiglia delle Ciconiidae. È il più grande membro della sua famiglia e uno dei più grandi uccelli volanti. In questo articolo, parleremo dell’importanza del marabù africano per l’ecosistema.
Questo enorme volatile abita le zone dell’Africa tropicale dal Senegal all’Eritrea, all’Etiopia, alla Somalia, compresi Namibia e Sudafrica. Il suo nome scientifico è Leptoptilos crumenifer ed è un animale che frequenta per lo più le aree semi-aride ma anche quelle con presenza di stagni.
La specie non si trova a rischio di estinzione. Al contrario si pensa che la popolazione stia aumentando, a causa dell’alta disponibilità di rifiuti e carogne come risorse alimentari. Vediamo insieme l’importanza del marabù africano per l’ecosistema.
Caratteristiche e abitudini alimentari del marabù africano
Con una larghezza di quasi tre metri, il marabù africano è uno dei più grandi uccelli volanti del pianeta. Questo gigante volante ha un peso che varia dai 6 ai 9 chili e una lunghezza che supera i 150 centimetri. Quando è eretto sulle sue lunghe zampe, è alto come un essere umano.
Come la maggior parte delle cicogne, il marabù è gregario. Ha un temperamento piuttosto lunatico, che ricorda anche altre cicogne in quanto non emette molti versi. Solo durante il corteggiamento, il marabù emette dei rumori. La sacca per la gola viene utilizzata per emettere diversi rumori praticamente solo in quel momento.
Questi uccelli hanno delle abitudini alimentari di tipo opportunistico. Data l’inadeguatezza dei loro becchi per smembrare i cadaveri, devono aspettare di mangiare le carogne ed i resti che gli avvoltoi e gli altri predatori gettano via. La loro dieta è varia e si nutrono di uccelli, invertebrati, ratti e lucertole.
Sono anche dei pescatori esperti, che pescano immergendo il becco parzialmente aperto.
Una cattiva reputazione
È innegabile che gli animali necrofagi godano di una cattiva reputazione. Questo perché si nutrono dei resti puzzolenti e sono troppo pigri o incapaci di cacciare le loro prede da soli.
La realtà è che questo tipo di atteggiamento è semplicemente uno dei modi in cui gli animali cercano di sopravvivere. Molte specie diverse, tra cui i leoni, approfittano della caccia di altri animali se si presenta loro questa opportunità. Inoltre, gli animali necrofagi forniscono dei servizi unici e vitali per il corretto funzionamento gli ecosistemi.
Il ruolo della necrofagia nell’ecosistema
In natura, la decomposizione degli animali che muoiono è una questione di vitale importanza. Pensate che gli animali morti rappresentano un pericolo per la salute degli animali vivi, poiché i cadaveri sono portatori di malattie.
Per questo motivo, il lavoro degli animali necrofagi è fondamentale: essi, in modo rapido ed efficiente, eliminano gli animali morti a beneficio dell’ecosistema. Gli animali necrofagi comprendono una grande varietà di specie, tra cui corvi, avvoltoi e cicogne come il marabù africano.
Un cambiamento di paradigma: la rete alimentare
In precedenza, gli studiosi consideravano le relazioni alimentari all’interno della catena alimentare come un processo lineare. In base a questo schema, le piante estraggono i nutrienti dalla terra e dalla luce solare, che passano poi agli erbivori e quindi ai carnivori. Questa catena implica una notevole perdita di energia durante ogni trasferimento.
Tuttavia, studi recenti hanno individuato un cambiamento di paradigma: la rete alimentare o rete trofica. In questo nuovo schema, il lavoro degli animali necrofagi è essenziale.
La rete alimentare comprende tutte le catene alimentari nello stesso ecosistema. La rete alimentare accetta il fatto che ciascun organismo che vive in un ecosistema partecipa a più catene alimentari, aumentando l’efficienza energetica.
La premessa è che ogni catena alimentare è un modo possibile per l’energia e i nutrienti di fluire attraverso l’ecosistema. Nella rete alimentare di un ecosistema, tutte le catene alimentari sono interconnesse e sovrapposte.
Gli organismi della rete alimentare sono raggruppati in categorie chiamate livelli trofici. In termini generali, questi livelli sono divisi in produttori (primo livello trofico), consumatori (primario, secondario e terziario) e decompositori (ultimo livello trofico).
Gli animali necrofagi sono decompositori e completano il ciclo di vita. Si occupano di riciclare e restituire i nutrienti al suolo o agli oceani per l’uso da parte degli organismi autotrofi. Grazie al loro lavoro, inizia una nuova serie di catene alimentari.
L’importanza del marabù africano per l’ecosistema
Il marabù africano, come la maggior parte degli animali necrofagi, ha delle abitudini alimentari e dei gusti flessibili. Ciò rappresenta un vantaggio, poiché trova più facile il cibo rispetto alle creature le cui diete sono più limitate.
La pratica della necrofagia migliora l’adattamento della specie a nuovi ambienti. Questo è ancora più vero nel caso del marabù africano, una specie che sta proliferando in tutto il territorio sub-sahariano.
Anche se si tratta di una specie per lo più sedentaria, ci sono anche alcune popolazioni nomadi. Sono state avvistate migrare verso l’equatore dopo la riproduzione. Sono stati segnalati dei marabù vagabondi anche in Marocco, Spagna e Israele.
Spesso il marabù africano si avvicina alle zone abitate dagli umani. Infatti, può essere visto presso i villaggi di pescatori e le discariche. La sua capacità di mangiare una grande varietà di alimenti è un fattore importante per la sopravvivenza e proliferazione della sua specie e, in definitiva, anche per altre specie che vivono vicino a lui.
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