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Il gatto di Pallas: il solitario dell'Himalaya

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Il gatto di Pallas è un animale schivo e solitario che raramente è stato avvistato nel suo habitat naturale. Vive nelle zone rocciose e appartate delle montagne dell'Asia centrale.
Il gatto di Pallas: il solitario dell'Himalaya
Luz Eduviges Thomas-Romero

Scritto e verificato la biochimica Luz Eduviges Thomas-Romero

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Il gatto di Pallas (Felis manul o Otocolobus manu), conosciuto anche come manul, è un piccolo gatto selvatico che vive dell’Asia centrale.

Per prima cosa, bisogna sapere che il suo nome comune deriva dalla persona che per primo lo descrisse, lo zoologo tedesco Peter Simon Pallas.

Questo felino ha le dimensioni di un gatto domestico e una pelliccia molto bella e ambita. Inoltre, tra le sue caratteristiche distintive ricordiamo le pupille rotonde, simili a quelle dei grandi felini. Questa specie di gatto ha le zampe corte, una faccia piatta e delle orecchie larghe con le quali crea alcune delle espressioni più divertenti del regno felino.

Dove vive il gatto di Pallas?

Sebbene il gatto di Pallas viva in tutta l’Asia centrale, il suo habitat è molto specifico. Questo felino si adatta agli ambienti freddi e aridi e vive nelle steppe, nei deserti alpini e nelle zone rocciose.

Quindi, è possibile trovare questa specie nelle pianure di paesi come la Mongolia, la Russia, il Pakistan, la Cina occidentale, la Siberia e il Tibet. Inoltre, può essere avvistato nel nord dell’Iran e in India.

Vive nelle grotte, negli anfratti o nelle tane scavate da altri animali ad altitudini comprese tra i 4000 e i 5000 metri sul livello del mare, ma solo nelle zone in cui non si accumula la neve profonda. Raramente frequenta le basse altitudini.

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La pelliccia del gatto di Pallas: la sua protezione e la sua condanna

Gran parte della bellezza di questo gatto deriva dalla sua pelliccia abbondante e folta. Grazie ad essa può proteggersi dal freddo gelido dell’habitat in cui vive. Il suo pelo cambia colore a seconda delle zone in cui vive e della stagione dell’anno. Questo gli permette di passare inosservato all’interno del suo habitat.

Come abbiamo detto, la tonalità del suo mantello varia a seconda del periodo dell’anno: biancastro in inverno e più grigio quando le rocce non sono coperte dalla neve. Il colore della sua pelliccia, pertanto, oscilla dal grigio cenere all’ocra, a seconda della regione in cui vive.

Questa variazione di colore ha spinto alcuni scienziati a suggerire una classificazione in due sottospecie, la cui definizione completa sarà data solo quando si termineranno gli studi su questo felino. Le due sottospecie finora individuate sono:

  • Otocolobus manul manul. Caratterizzata dalla colorazione più comune del mantello fino ad oggi osservata. La maggior parte degli esemplari avvistati presentano la stessa colorazione, ma più frequentemente in Mongolia e Cina.
  • Otocolobus manul nigripectus. Il mantello presenta dei segni neri più distintivi. Vive in Tibet, Kashmir, Nepal e Bhutan.

Le caratteristiche della pelliccia del gatto di Pallas

Questo gatto ha sulle guance del pelo biancastro, che contrasta con le macchie nere sulla fronte e le due sottili linee scure che partono dall’angolo degli occhi e gli attraversano il viso.

La pelliccia presenta anche degli anelli scuri che circondano gli occhi e delle macchie nere sulla fronte. Le labbra, il mento e il collo sono bianchi, con una leggera sfumatura rossastra vicino al labbro superiore.

Le gambe e il busto hanno dalle cinque alle sette strisce nere sottili che attraversano la parte bassa della schiena. Queste strisce scure non si vedono sempre a prima vista a causa della folta pelliccia.

La coda lunga e pelosa finisce con una punta nera e presenta dei bellissimi anelli neri distribuiti in tutta la sua lunghezza. La lunghezza dei peli della pelliccia del ventre è quasi il doppio di quella del dorso. Questo permette al gatto di proteggersi dal freddo quando è sdraiato.

Altre caratteristiche fisiche

Il gatto di Pallas è un animale robusto, paffuto e con le gambe corte. Può raggiungere tra i 50 e i 62 centimetri di lunghezza ed avere una coda tra i 21 e i 31 centimetri. In media pesa 4,5 chilogrammi.

Forse, la caratteristica fisica principale di questo gatto è la testa grande e appiattita. Le orecchie sono di piccole dimensioni con un’attaccatura molto bassa. Inoltre, il muso è più corto rispetto a quello dei gatti domestici, a tal punto che ha meno denti.

Abitudini di vita

Questo gatto selvatico è un animale notturno, solitario ed è attivo dal tramonto al mattino presto. Secondo gli studiosi, di solito dorme durante il giorno all’interno delle fessure delle rocce o in piccole grotte. Spesso si rifugia nelle tane di altri piccoli animali come marmotte, volpi o tassi.

Gli scienziati hanno notato la sua straordinaria capacità di nascondersi all’interno del suo habitat. La colorazione e la trama della sua pelliccia gli permettono di mimetizzarsi facilmente all’interno dell’ambiente in cui vive. Questa capacità di occultamento gli è utile per la caccia, dato che è un cattivo corridore.

Sotto minaccia, questo gatto di solito non sputa né fischia. In genere quando ha paura urla e ringhia. Il suono che emette è stato descritto più come l’ululato di un piccolo cane che il miagolio di un gatto domestico. Secondo gli studiosi, questo felino può fare le fusa (come i gatti domestici).

Pochi di questi animali hanno vissuto in cattività, ma quelli che lo hanno fatto tendono ad essere aggressivi nei confronti dell’uomo.

Quali prede preferisce il gatto di Pallas?

Nei vari habitat in cui vive, questo felino si nutre principalmente di piccoli mammiferi come i pika, le lepri o altri piccoli roditori. Essendo una specie predatrice, il suo ruolo è positivo per l’uomo, perché gli agricoltori considerano i pika dei parassiti.

Questo gatto è un esperto degli appostamenti e delle imboscate a questi animali che vivono nelle steppe rocciose. Inoltre, si sa che occasionalmente si nutre anche di piccoli uccelli e di insettivori.

Il commercio illegale del gatto di Pallas

Esistono dei documenti storici che dimostrano che il commercio illegale delle pellicce di questo felino è iniziato nel 1965, con una media di oltre 50.000 pellicce all’anno fino al 1985.

Va detto, tuttavia, che la pelliccia del gatto di Pallas non è una pelliccia di alta qualità. Quindi, il suo valore sul mercato è molto più basso rispetto a quella di altre specie di gatto selvatico o di altri animali come il leopardo delle nevi o la lince.

Stato di conservazione

Lo stato di conservazione del gatto di Pallas è poco conosciuto a causa della mancanza di informazioni sulla sua reale popolazione. Quello che si sa è che è stato ampiamente cacciato fino agli anni ’80.

Tuttavia, la caccia sembra non essere un problema per la sopravvivenza di questo felino, anche se in alcune zone della Russia e della Cina si avvelenano i piccoli roditori e i pika di cui si nutre perché considerati portatori di malattie.

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Ad oggi, non è ancora chiaro quale sia la più grande minaccia per questa specie: l’esposizione a questi veleni o la diminuzione dell’approvvigionamento alimentare. Inoltre, nonostante le leggi lo proteggano, viene ancora cacciato dai bracconieri per la sua bellissima pelliccia grigia.

I tentativi di allevarlo sono piuttosto deludenti e senza successo. Basti pensare che la mortalità dei cuccioli nati in cattività e quasi del 50% (uno su due).


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